Salute

Perché abbiamo un'insaziabile passione per i carboidrati? La scoperta che cambierà tutto

2024-11-07

Autore: Matteo

Una nuova ricerca rivela le radici genetiche del nostro amore per i cibi ricchi di amido e il loro impatto sulle abitudini alimentari moderne.

Un team di scienziati dell’Università di Buffalo e del Jackson Laboratory for Genomic Medicine negli Stati Uniti ha condotto uno studio che suggerisce che la nostra affinità per alimenti come pasta e pane possa effettivamente essere inscritta nel nostro DNA. La ricerca si concentra su un gene chiamato AMY1, fondamentale per la produzione dell'amilasi, l'enzima responsabile della digestione dell'amido.

Il professor Omer Gokcumen, parte del team di ricerca, spiega che più copie del gene AMY1 possediamo, maggiore è la capacità del nostro corpo di digerire l'amido. È stato scoperto che il gene AMY1 ha subito delle duplicazioni nel corso dell’evoluzione umana, suggerendo che sia presente in diverse copie da oltre 800.000 anni, molto prima della separazione tra uomini moderni e Neanderthal.

Questa scoperta apre nuovi scenari sull'adattamento umano ai cambiamenti dietetici nel tempo. Infatti, le analisi del DNA di antichi esseri umani, tra cui campioni di 45.000 anni fa rinvenuti in Siberia, mostrano che anche i nostri antenati pre-agricoli possedevano già un numero considerevole di copie di AMY1. Queste capacità di digerire carboidrati sembrano aver conferito un vantaggio evolutivo, poiché quelli con più copie del gene AVY1 tendono a rimanere più sani e a avere una prole più numerosa.

Con l'avvento dell'agricoltura circa 4.000 anni fa, il numero delle copie di AMY1 è aumentato ulteriormente in risposta all’aumento della disponibilità di cibi ricchi di amido. I risultati di un altro studio condotto dall'Università della California, Berkeley, hanno mostrato che nei ultimi 12.000 anni, gli europei hanno ampliato il loro numero medio di copie AMY1 da quattro a sette, segnalando una continua evoluzione nella nostra capacità di elaborare tali nutrienti.

Queste scoperte non solo parlano dell’amore innato per la pasta, ma rivelano anche l’importanza delle variazioni genetiche nella salute metabolica e nei meccanismi di digestione. Quindi, la prossima volta che ti concederai un piatto di pasta, ricorda: il tuo desiderio potrebbe andare ben oltre il semplice piacere culinario; potrebbe essere il risultato di millenni di adattamento evolutivo.