
Paghiamo 10 miliardi l'anno in bolletta per buttare energia: il paradosso delle rinnovabili in Italia
2025-04-04
Autore: Luca
In Italia, il settore delle energie rinnovabili sta attraversando una fase complessa. Da un lato, la produzione di energia rinnovabile ha raggiunto un record coprendo il 41,2% della domanda elettrica nazionale, grazie soprattutto agli impianti fotovoltaici e eolici. Dall'altro lato, i costi delle bollette continuano a crescere, portando a un paradosso in cui il Paese spende oltre 10 miliardi di euro all'anno per incentivare impianti che generano energia spesso non utilizzata.
Nonostante oltre 1,7 milioni di impianti fotovoltaici siano attivi, il costo medio dell'energia in Italia continua ad essere elevato, con una media annuale di 108 euro per megawattora, ben più alta rispetto a Germania (78), Spagna (63) e Francia (58). Questo è in parte dovuto alla dipendenza dall’energia a gas, che continua a dominare il mercato italiano. Infatti, negli ultimi dieci anni, il costo del gas è aumentato del 60%, mentre quello dell’elettricità è più che raddoppiato.
Le cause di questa situazione sono molteplici. Carlo Stagnaro, direttore dell'Istituto Bruno Leoni, evidenzia che le lunghe procedure burocratiche per l'autorizzazione degli impianti sono un collo di bottiglia che ostacola l’installazione di nuovi parchi eolici e fotovoltaici, rendendo difficile raggiungere gli obiettivi fissati dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC).
Inoltre, le caratteristiche geografiche dell'Italia complicano ulteriormente la situazione. L'Italia è una penisola lunga e stretta, con una densità abitativa elevata e catene montuose, il che rende difficile il trasporto dell'energia prodotta, specialmente quando proviene da fonti rinnovabili intermittenti come sole e vento. L'energia deve spesso essere portata da sud a nord, aumentando ulteriormente i costi.
Il sistema di incentivazione delle fonti rinnovabili ha introdotto anche delle distorsioni nel mercato. Proprio come il Superbonus per gli edifici, gli incentivi per le energie rinnovabili possono premiare impianti situati dove non servono nel mercato finale. Ad esempio, in Puglia gli impianti possono produrre più energia di quella richiesta, ma poiché il sistema non è in grado di assorbire tanta energia, questa va persa. Secondo Stagnaro, è fondamentale ripensare questi meccanismi di incentivazione per evitare che alcune aree godano di prezzi dell'energia molto bassi mentre altre continuano a pagare bollette salate.
Per il futuro, l'Italia ha un obiettivo ambizioso: entro il 2030, si prevede che la capacità rinnovabile installata superi i 131 gigawatt. Attualmente, secondo i dati di Terna, ci sono richieste di connessione per oltre 354 gigawatt, ma per raggiungere questi obiettivi, è necessario semplificare le autorizzazioni, rivedere le politiche di incentivazione e trovare modi più efficienti per integrare le energie rinnovabili nella rete esistente. Solo così l'Italia potrà non solo ridurre le emissioni, ma anche abbattere i costi dell’energia per i cittadini.