Nazionale

Omicidio di Santo Romano: la triste verità dietro il paciere

2025-01-03

Autore: Matteo

Santo Romano, un giovane di 19 anni, è stato tragicamente assassinato in una notte che doveva essere di festa. Secondo il pubblico ministero della Procura per i Minorenni, Ettore La Ragione, il motivo della sua morte è stato il tentativo di fare da paciere in una lite insensata, scatenata da un banale conflitto legato a delle scarpe sporche durante i festeggiamenti.

Il sospettato, L.D.M., un minorenne di 17 anni, è ora in procinto di affrontare il processo.

Le indagini, condotte dalla procuratrice Patrizia Imparato, hanno rivelato che il 17enne ha sparato al petto Santo Romano, colpendolo con due proiettili durante un alterco avvenuto a San Sebastiano poco dopo la mezzanotte del due novembre. Santo aveva cercato di arginare la situazione, avvicinandosi all'auto del minorenne per cercare di sedare il conflitto che era scoppiato dopo che L.D.M. aveva pestato accidentalmente i piedi a uno degli amici della vittima.

Il clima di tensione era palpabile. Testimonianze raccolte dagli inquirenti hanno rivelato che il minorenne era uscito armato quella sera, probabilmente per dimostrare la sua presenza nel vivace ambiente della movida vesuviana.

L.D.M. stava guidando un'auto di famiglia nonostante non avesse la patente e, secondo le indagini, la pistola era presumibilmente collegata a ambienti di spaccio nella zona.

Dopo aver sparato, L.D.M. ha tentato di fuggire, dirigendosi verso Chiaia, dove ha disattivato la scheda SIM per nascondere tracce e poi si è rifugiato in una casa a Barra. Il giorno seguente, svegliatosi, ha appreso della morte di Santo attraverso le notizie sul suo telefono.

Questo tragico evento ha scatenato una reazione a catena nella comunità, portando a cortei di protesta in onore della vittima, con la partecipazione di amici e familiari che chiedono giustizia. L'omicidio di Santo Romano mette in luce i rischi e le conseguenze violente legate alla vita notturna e alla facilità con cui possono degenerare le situazioni.

La speranza è che questo caso lampante apra un dibattito più ampio sulla sicurezza nei luoghi di aggregazione giovanile.