Nazionale

Omicidio di Giulia Tramontano: Forse la Sentenza Più Efferata della Nostra Era

2024-11-11

Autore: Matteo

"Un viaggio nell’orrore, il brutale omicidio di Giulia Tramontano e del suo bambino Thiago, trucidata con 37 coltellate, rimarrà scolpito nella memoria collettiva come uno dei casi più atroci della cronaca nera italiana". È quanto espresso nella requisitoria della pm Alessia Menegazzo, durante il processo in corso presso la prima corte d’Assise di Milano, dove Alessandro Impagnatiello è accusato dell’omicidio aggravato della compagna.

"Le prove presentate nel dibattimento sono chiare e inconfutabili. Il verdetto che il giudice emetterà sarà sereno e consapevole della gravità dei fatti".

La richiesta della pubblica accusa, rappresentata dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Menegazzo, è di ergastolo per Impagnatiello, considerato responsabile di un omicidio che ha scosso l’opinione pubblica.

Menegazzo sottolinea che "Giulia ha firmato la sua condanna a morte quando ha rivelato all’imputato di aspettare un bambino". Il processo, ha aggiunto, è stato complesso e ben strutturato, mettendo in luce la responsabilità di Impagnatiello.

"La sua ammissione della colpevolezza è avvenuta solo quando non aveva più scelte, cercando comunque di distorcere la verità".

"Narcisismo mortale e nessun raptus": le parole della pm evidenziano come Impagnatiello avesse architettato per mesi un piano per eliminare Giulia e Thiago, visti come ostacoli verso una nuova vita con la sua amante.

"Non si è trattato di un raptus, ma di un'aggressione premeditata, fredda e calcolata. La sua intenzione era quella di far sembrare la scomparsa di Giulia un suicidio".

La pm, ricordando le valutazioni degli esperti, ha descritto l’imputato come un "manipolatore psicopatico, privo di empatia e rimorso". Impagnatiello era riuscito a costruire un "castello di bugie" per nascondere le sue azioni.

Ha inoltre insistito su menzogne come il presunto malessere mentale di Giulia, dissipate dai risultati dell'autopsia.

In aula, sono emerse ulteriori macabre rivelazioni: Impagnatiello ha cercato di depistare gli inquirenti fingendo che Giulia fosse a dormire da un’amica, e solo quando le prove erano schiaccianti ha ammesso la verità.

"Non c'è nessun segno di difesa sulla vittima, dimostrando che l’omicidio è stato pianificato con premeditazione".

Menegazzo ha descritto Impagnatiello come un "giocatore di scacchi", capace di cambiare strategia pur mantenendo il suo obiettivo omicidiario.

"La sua serialità è un tratto distintivo della sua personalità", ha affermato la pm, lasciando intravedere il pericolo che l'altra amante di Impagnatiello avesse potuto correre.

Recentemente, dopo l'omicidio, l’imputato si è presentato sotto casa di un’ex collega, rivelando quanto fosse manipolativo e pericoloso.

In un momento toccante, la madre e la sorella di Giulia hanno condiviso messaggi strazianti sui social, ricordando la giovane donna.

"Non c'è giorno in cui non ci manchi. La tua memoria è la nostra forza", ha scritto Chiara, la sorella di Giulia, rinnovando l’appello alla giustizia.

Il futuro di Impagnatiello si staglia incerto, ma la ferita lasciata da questo tragico delitto è destinata a restare per sempre nella comunità che ha assistito a una delle storie più strazianti e inquietanti della cronaca recente italiana.