Salute

Nessun Legame Tra Farmaci Anti-Obesità e Pensieri Suicidi: La Nuova Frontiera della Salute Mentale

2025-01-22

Autore: Luca

Le recenti evidenze scientifiche sfatano il mito di un legame diretto tra i nuovi farmaci anti-obesità, noti come GLP-1 (come la semaglutide, liraglutide e dulaglutide), e l'insorgere di pensieri suicidi. Gli esperti della Società di Neuro Psico Farmacologia (SINPF) si sono riuniti a Milano per il XXVI congresso nazionale, sottolineando non solo la sicurezza di questi farmaci ma anche le loro potenziali applicazioni nel trattamento di varie patologie neuropsichiatriche, inclusi disturbi dell'alimentazione, depressione, dipendenze e Alzheimer.

Il professor Eric Hollander, noto psichiatra, ha aperto il congresso sottolineando l'importanza di questi composti, che sono agonisti del peptide 1 simile al glucagone (GLP-1). Evidenze crescenti mostrano che essi possiedono effetti positivi sorpredenti a livello del sistema nervoso centrale, suggerendo che potrebbero trasformarsi in un nuovo strumento terapeutico anche per malattie mentali.

Già diversi studi indicano che l'uso della semaglutide è associato a una riduzione fino al 75% del rischio di sviluppare pensieri suicidi, contrariamente alle preoccupazioni iniziali riguardo ai suoi effetti collaterali. Claudio Mencacci, direttore emerito di psichiatria all'ospedale Fatebenefratelli di Milano, ha testimoniato come gli studi recenti del National Institute on Drug Abuse (NIDA) dimostrino che chi assume questi farmaci ha una probabilità significativamente inferiore di avere ideazioni suicidarie.

Un altro aspetto importante è la potenziale applicazione dei GLP-1 nei disturbi alimentari. La loro efficacia nel ridurre le abbuffate nel Binge Eating Disorder è in fase di studio, con risultati promettenti che indicano miglioramenti significativi nella frequenza delle abbuffate e nella salute generale dei pazienti. Matteo Balestrieri, esperto di psichiatria, ha sottolineato che questi medicinali dimostrano un profilo di effetti collaterali migliore rispetto alle opzioni tradizionali.

Inoltre, ricerche condotte dalla Case Western Reserve University hanno identificato un legame positivo tra l'assunzione di semaglutide e la riduzione dei rischi legati all'abuso di alcol. I pazienti obesi che stavano seguendo la terapia con semaglutide hanno visto un abbattimento del rischio di sviluppare dipendenze alcoliche e un significativo miglioramento nelle relazioni sociali.

Nuove e incoraggianti scoperte enfatizzano anche potenziali effetti benefici sulla salute mentale, con studi che mostrano una diminuzione dell'ansia e della depressione tra i pazienti che utilizzano questi farmaci. Tuttavia, Mencacci raccomanda cautela, affermando che ulteriori indagini siano necessarie per comprendere il meccanismo alla base di queste correlazioni.

Infine, i risultati preliminari sull'Alzheimer suggeriscono che i farmaci GLP-1 possano ridurre del 67% il rischio di sviluppare la malattia nei pazienti con diabete di tipo 2. Sebbene i dettagli biologici rimangano sfuggenti, il miglioramento della funzione metabolica cerebrale e la riduzione dell'infiammazione emergono come potenziali fattori protettivi.

Insomma, mentre la comunità scientifica continua a esplorare le numerose potenzialità terapeutiche dei farmaci anti-obesità GLP-1, la datazione di nuovi legami con la salute mentale potrebbe rappresentare una svolta nella medicina moderna, dimostrando che la scienza è in grado di superare le paure irrazionali e di aprire a nuove strade di recupero e benessere.