Mps: 4 miliardi di fondi pubblici in gioco, battaglia dura con Mediobanca
2025-01-27
Autore: Matteo
Monte dei Paschi di Siena continua a rappresentare un fardello significativo per i contribuenti italiani. L'ammontare dell'intervento pubblico supera i 4 miliardi di euro, nonostante i tentativi suoi di ridurre il controllo statale.
Il salvataggio, orchestrato attraverso politiche pubbliche costose e dibattute, ha inflitto cicatrici profonde all'economia, simbolo di una crisi finanziaria complessa ancora senza una soluzione definitiva.
L'inizio del salvataggio
Il primo atto del salvataggio risale all'estate del 2017, quando il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha iniettato 5,4 miliardi di euro nella banca, di cui 3,9 miliardi per un aumento di capitale. Questa mossa ha portato il Mef a detenere il 68% della banca, segnando una netta entrata dello Stato nella sua gestione.
Operazione Hydra e fusioni naufragate
Nell'intento di smaltire i crediti deteriorati, è stata lanciata l'operazione Hydra, che ha visto la cessione di 8 miliardi di euro a Amco, la società partecipata dal Mef, a valori di mercato. Tuttavia, nel 2021, l'intenzione di fondere Mps con Unicredit è naufragata a causa delle obiezioni dell’Autorità Bancaria Europea (EBA), lasciando Mps a dover fronteggiare ulteriori necessità di rafforzamento patrimoniale.
Nuove iniezioni di capitale e segni di ripresa
A dicembre 2021, la banca è costretta a bussare nuovamente alla porta del Tesoro, ricevendo 1,6 miliardi per sostenere un aumento di capitale da 2,5 miliardi. Nel frattempo, il Tesoro ha avviato una pianificazione per ridurre gradualmente la sua partecipazione, scendendo all'11,2% nel 2023, incassando però una somma di 2,7 miliardi di euro. Un segno di una timida ripresa s'è avuto nel maggio 2024, quando Mps ha distribuito dividendi dopo tredici anni.
Offerta pubblica di scambio e tensioni con Mediobanca
Recentemente, l'offerta pubblica di scambio di Mps su Mediobanca ha ripreso vigore sul mercato, ma è seguita da un crollo del 6,9% in borsa. Domani è previsto un consiglio di amministrazione critico nella valutazione dell'offerta, ritenuta ostile e pari a 13,3 miliardi di euro in azioni.
Incontri tra i CEO e preoccupazioni degli analisti
In settimana, Alberto Nagel, CEO di Mediobanca, e Luigi Lovaglio, CEO di Mps, si incontreranno in un contesto altamente teso. Lovaglio ha definito l'offerta "di frontiera", mirata a creare un colosso nel settore bancario italiano, integrando Mps con il wealth management milanese.
Prossime tappe e relazioni con gli investitori
Tuttavia, gli analisti manifestano preoccupazioni, prevedendo “dissinergie” potenzialmente dannose per la creazione di efficienze. Le prossime tappe includeranno la presentazione del documento d'offerta alla Consob e il parere della BCE, con un focus particolare sul consiglio di amministrazione del 5 febbraio 2024. Inoltre, il 17 aprile si svolgerà un'assemblea cruciale di Mps per discutere l’offerta.
È da notare che Mediobanca, nel suo tentativo di mantenere il controllo, si affida alle relazioni consolidate con investitori chiave, tra cui i membri di un Accordo di Consultazione che detengono una quota significativa dell'11,4%.