Nazionale

Meloni e il Manifesto di Ventotene: Riflessioni su Europa e Democrazia

2025-03-21

Autore: Chiara

È con un certo dispiacere che riconosco che Giorgia Meloni, leader di un movimento che non si definisce antifascista, ha sollevato alcuni punti validi in merito all'Unione Europea e al Manifesto di Ventotene. Quest'ultimo, pur proclamando una rivoluzione socialista e una dittatura di un solo partito, sembrava avere l’intento di lanciare un’idea di federazione democratica europea. Tuttavia, oggi sembra evidente che l’idea di una federazione europea è più una chimera che una realtà praticabile. Tra le alternative storiche, troviamo il sogno di una vera unione, simile agli Stati Uniti d'America, contro il desiderio di una Confederazione di Stati sovrani, come auspicato da Charles de Gaulle.

L'Unione Europea attuale, sorta dagli accordi di Maastricht, è un compromesso problematico che oscilla tra queste due concezioni. Le basi di uno Stato federale richiedono un governo centrale unico, un esercito comune e un sistema fiscale centralizzato, caratteristiche che l'UE mostra solo in parte. La democrazia federale presuppone una società più coesa, in cui la cultura e l'identità siano omogenee, mentre l'UE conta su Stati membri con storie, culture e interessi molto divergenti.

In una Confederazione, invece, gli Stati conservano la loro autonomia, promuovendo una cooperazione volontaria su questioni strategiche, come difesa e politica estera. Qui, la sovranità di ogni nazione resta intatta. Tuttavia, l'Unione Europea presenta un mélange confuso di elementi federali e confederali. Ad esempio, l'euro è una moneta federale, ma il sistema fiscale rimane decentralizzato, essendo gestito individualmente dai vari Stati membri.

L’idea di una tassa europea universale rimane distante. I Paesi più ricchi, come la Germania, evitano di finanziare deficit di nazioni più deboli come l'Italia meridionale. Ciò porta a una situazione economica iniqua e alla crescita di malcontento tra nazioni che si sentono sommerse dalle politiche di austerità, in contrasto con il crescente potere delle destre estremiste in tutta Europa.

Osservando la struttura istituzionale dell’UE, appare chiaro che la democrazia è in fase di erosione. Il Parlamento europeo, pur essendo eletto dai cittadini, ha poteri limitati, mentre le vere decisioni sono prese dal Consiglio Europeo composto dai capi di Stato. La Commissione Europea, pur essendo un'istituzione chiave, è nominata non tramite consenso popolare ma attraverso accordi intergovernativi, minando ulteriormente la legittimità democratica dell’organo. Inoltre, la Banca Centrale Europea opera in modo autonomo, lontano da qualsiasi controllo democratico.

In conclusione, la vera sfida dell’Europa di oggi non è solo quella di migliorare la governance economica, ma di trovare una via che rispetti le sovranità nazionali pur promuovendo una vera cooperazione fra Stati. Questo richiede una riflessione profonda su quali valori desideriamo davvero mettere al centro della nostra costruzione europea. Le ricette liberiste ad oggi non hanno generato la prosperità promessa e l'Europa continua ad affrontare sfide senza precedenti sia sul piano economico che su quello politico.