
Medico non si muove per visita a casa e paziente costretto a richiedere un taxi: una situazione inaccettabile
2025-04-08
Autore: Maria
Il problema del sovraffollamento nei pronto soccorsi è diventato un tema cruciale, specialmente a Prato, dove le lamentele dei cittadini aumentano. Un aspetto spesso sottovalutato è quello degli accessi impropri, ovvero persone che si presentano al pronto soccorso senza necessità reale, selezionando codici bianchi o azzurri. Tuttavia, paradossalmente, è l’organizzazione stessa della sanità territoriale a spingere i cittadini verso queste scelte estreme.
Un lettore ha condiviso un episodio emblematico: "Domenica 6 aprile, mi sono trovato a letto a causa di un malessere e ho contattato la guardia medica. Poiché non potevo recarmi al lavoro, il medico mi ha detto che dovevo andare di persona in via San Jacopo per ricevere un certificato di malattia. Ho spiegato di non avere forze per alzarmi dal letto e ho chiesto se potessero mandare un medico a casa. La risposta è stata chiara: le visite a domicilio sono riservate solo ai disabili. Così, mi hanno suggerito di prendere un taxi o chiamare il 118, con la possibilità di passare ore in pronto soccorso in attesa di una visita. Oppure, potevo prendere un giorno di ferie."
Questo lettore ha giustamente sollevato un interrogativo cruciale: "Come è possibile che una persona sola, con problemi di salute e senza aiuti, debba faticare così tanto per ottenere un semplice certificato? Non sarebbe opportuno rivedere il sistema per evitare che le persone debbano affrontare condizioni così stressanti? È accettabile che i pronto soccorsi si intasino ulteriormente per questioni facilmente risolvibili?"
La situazione evidenziata mette in luce l’assurdità di un sistema che, piuttosto che aiutare, complica la vita a chi già affronta difficoltà. La necessità di riforme nella sanità pubblica diventa sempre più evidente, affinché non si debbano più sacrificare le forze e la dignità dei cittadini per ottenere assistenza medica.