Scienza

Marte non è la risposta: La sopravvivenza terrestre dipende da clima e biodiversità!

2025-03-24

Autore: Chiara

Da anni, ogni sei mesi, i notiziari ci regalano sprazzi di eventi dalla Cop che sfuggono spesso alla nostra attenzione. Si tratta della Conferenza delle Parti sul clima e sulla biodiversità, due tematiche che meritano invece un’attenzione costante. La crisi climatica spesso sembra occupare il podio dell’urgenza umana, ma la crisi della biodiversità è una minaccia altrettanto grave, se non di più. I nostri ecosistemi sono in pericolo e con essi, la nostra stessa esistenza.

Le Conferenze delle Parti sono incontri globali in cui quasi tutti i paesi del mondo si riuniscono per trovare soluzioni comuni riguardo al clima e alla biodiversità. Recentemente, la sedicesima edizione si è tenuta a Cali, Colombia, dove, tra delegati di 196 paesi, è stata adottata l'importante Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (GBF). Questo piano d'azione globale mira a proteggere e ripristinare la natura per garantire sia la biodiversità che la salute umana. Ma, purtroppo, Cali si è conclusa senza risultati concreti, dimostrando quanto poco sia percepita la crisi della biodiversità a livello globale.

Per rimediare a ciò, dal 25 al 27 febbraio, si è svolta a Roma la “Cop 16 bis” presso la FAO, per rilanciare i negoziati interrotti. Susana Muhamad, ex ministra dell'Ambiente colombiano, ha guidato questi incontri con determinazione, insistendo sull'importanza di una giusta transizione ecologica, fondamentale per la tutela della biodiversità e costante rispetto ai diritti umani.

Durante questa reunion, è stato lanciato il Fondo Cali, dedicato alla giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall'uso di dati genetici digitali. Le aziende profittevoli dai DSI dovranno contribuire a questo fondo, destinando circa il 50% delle risorse alle popolazioni indigene e alle comunità locali, a riconoscimento della loro fondamentale importanza nella conservazione della biodiversità.

È stato concluso anche un accordo sul GBF che prevede di mobilitare annualmente 200 miliardi di dollari per azioni di protezione della biodiversità entro il 2030, risorse che dovrebbero principalmente supportare i Paesi del Sud Globale, dove risiede la maggior parte della biodiversità mondiale.

Tuttavia, l’ignavia dei governi verso la crisi della biodiversità è preoccupante. Anche l'Italia ha mostrato scarso interesse, inviando solo un sottosegretario dell’Ambiente alla Cop 16 bis, mentre altri paesi hanno impegnato ministri di alto livello. Questo presenta un grave deficit di attenzione verso le questioni ambientali.

Il giornalista Ferdinando Cotugno ha osservato che la maggior parte delle persone presenti ignorava l'incontro, evidenziando la necessità di migliorare la comunicazione e la consapevolezza riguardo a questi processi cruciali. Con il Brasile ora in prima linea nella lotta per l'ambiente, si sta formando una nuova leadership globale, che evidenzia il bisogno di un coinvolgimento attivo e reale da parte delle aziende nella salvaguardia della biodiversità.

In un contesto in cui la biodiversità è sempre più ignorata, è cruciale riconoscere le conseguenze devastanti della perdita di questi ecosistemi. La mancanza di connessione con il mondo naturale e una società improntata sulla monetizzazione non fanno altro che mettere a rischio la nostra stessa sopravvivenza. Senza biodiversità, non possiamo garantire quell'insieme di servizi ecosistemici essenziali che sostenendo la vita, come l'ossigeno, l'acqua e la terra per il cibo. È necessario unire urgentemente le forze e affrontare tutte queste sfide in modo integrato per assicurare un futuro sostenibile al nostro pianeta.