Madre sott'accusa in Francia: "Lasciò morire di fame la figlia di 13 anni, pesava solo 28 chili!"
2025-01-23
Autore: Luca
Il caso di Amandine ha sconvolto l'intera Francia. La ragazza, che il 6 agosto 2020 è morta tragicamente all'età di 13 anni, pesava solo 28 chili e presentava segni di maltrattamento. La madre, Sandrine Pissarra, 54 anni, è attualmente sotto processo a Montpellier, con pesanti accuse di tortura e barbarie nei confronti della figlia.
Il verdetto potrebbe arrivare già il 24 gennaio, e se la madre venisse dichiarata colpevole, potrebbe affrontare una condanna all'ergastolo. Anche il compagno di Pissarra, Jean-Michel Cros, di 48 anni, è a processo e rischia fino a 30 anni di carcere per non aver intervenuto a salvare la ragazza, privandola di cure e cibo.
Le indagini hanno rivelato che Amandine subì un'infanzia segnata dall'abuso e dalla privazione. Era costretta a battaglie quotidiane, segnata da punizioni fisiche, isolamento e privazioni alimentari, inclusa la reclusione in un ripostiglio sorvegliato da telecamere. Un processo di straordinaria violenza psicologica, a quanto pare mirata a infliggerle umiliazione.
Un esperto psichiatrico ha confermato che la madre stava cercando di "rivivere" tramite la figlia il suo odio nei confronti dell'ex marito Frédéric Florès. Sperava di sottomettere Amandine, scaricando su di lei il suo smarrimento e la sua rabbia.
Dopo la morte della figlia, che è avvenuta per arresto cardiaco, è emerso che Amandine presentava segni evidenti di malnutrizione e di una condizione fisica drammatica, con evidenti segni di setticemia. La dinamica degli eventi ha iniziato a prendere forma soprattutto durante il primo lockdown per il Covid-19 nel marzo 2020, quando la ragazza è stata esclusa dal contesto scolastico e sociale, aggravando ulteriormente la sua vulnerabilità.
In una nota tragica, Amandine era anche stata trovata con denti mancanti e capelli strappati, segni evidenti di abusi prolungati. Purtroppo, la madre, durante gli interrogatori, ha cercato di giustificare le sue azioni, affermando che la figlia avesse disturbi alimentari, ma le indagini non hanno confermato queste affermazioni.
Questo caso non solo ha colpito la comunità locale, ma ha anche sollevato un dibattito su come i segnali di abuso possano essere trascurati o sottovalutati. Ora, con il processo che si approssima alla conclusione, molti si chiedono come possa un genitore arrivare a tanto e cosa c'è da fare per prevenire situazioni simili in futuro. Resteremo aggiornati su questo caso straziante.