
Ma in Lombardia l’assistenza sanitaria è ancora un diritto?
2025-03-14
Autore: Alessandra
Mark Carney, il nuovo premier canadese, in un punto chiave del suo discorso ha affermato: "In America, l’assistenza sanitaria è un grande business. In Canada, è un diritto". Queste parole risuonano forti mentre raccontiamo la storia di una signora novantenne, ormai incapace di muoversi autonomamente, ma ancora lucida e vivace.
La vicenda inizia con una visita medica per valutare la sua incapacità di deambulazione. Questa pratica, che sembra cosa scontata, è per molti pazienti un momento di umiliazione, soprattutto per le persone anziane che già affrontano sfide quotidiane. Personalmente, ricordo la difficoltà vissuta con mia madre, anch'essa novantenne, costretta a viaggi in ospedale per confermare l’impossibilità di un’ammarginita gamba.
La signora necessita di fisioterapia, ma qui inizia un calvario burocratico. Dopo la visita di un fisiatra, che non fornisce alcuna relazione immediata, ci si ritrova a dover richiedere documenti per ottenere assistenza. La burocrazia sembra essere una barriera insormontabile, con impegni e certificati necessari solo per 'conformarsi' alle regole, mentre l'urgenza del paziente viene dimenticata.
Il medico di famiglia ha 72 ore per emettere un'impegnativa specifica, ma la realtà è che non ci sono fisiatri disponibili a domicilio. Ciò significa che il trasporto diventa un'odissea. Se si richiede un'assistenza a domicilio, l'unica opzione è pagare un costo privato incredibile, che va dai 130 ai 200 euro, in un momento in cui la salute dovrebbe essere un diritto accessibile per tutti.
La situazione si aggrava ulteriormente nel momento in cui per ricevere prestazioni urgenti si deve aggiungere la complicazione del pagamento per le stesse. E così, si continua a pagare per un servizio sanitario che dovrebbe essere garantito e accessibile da tutti.
La Lombardia si trova in una posizione critica. La classifica del Ministero della Salute ha posizionato la Regione al settimo posto in termini di offerta pubblica ospedaliera, ma questo non sembra dissuadere la classe politica regionale, che spesso minimizza le difficoltà del sistema.
In questo contesto, è fondamentale chiedersi: l'assistenza sanitaria in Lombardia è ancora un diritto inviolabile, o sta lentamente diventando un'opzione disponibile solo per chi può permetterselo? Questo è un interrogativo cruciale che richiede attenzione e un cambiamento concreto.