Tecnologia

L'Intelligenza Artificiale Trasformerà Tutti Noi in Programmatori?

2025-03-24

Autore: Maria

Nel gennaio 2023, Andrej Karpathy, noto esperto di intelligenza artificiale e co-fondatore di OpenAI, ha lanciato un'importante riflessione su come il linguaggio naturale, in particolare l'inglese, stia diventando la lingua di programmazione più utilizzata al mondo. Queste osservazioni sono arrivate in un momento in cui le intelligenze artificiali generative, come ChatGPT, stavano iniziando a trasformare il campo della programmazione, permettendo di produrre codice semplicemente tramite richieste formulate in linguaggio naturale.

Qualche mese dopo, Karpathy ha proposto il concetto di "vibe coding", un tipo di programmazione che richiede un'interazione minima da parte dell'utente. Questo approccio sfrutta chatbot per generare codice basato su descrizioni generali degli obiettivi. In pratica, se sorgono errori, l'utente può copiare e incollare i messaggi di errore nel chatbot per ricevere suggerimenti su come risolverli. Karpathy riassume il processo dicendo: "Non si tratta esattamente di programmare; osservo e copio, e spesso funziona".

Il vibe coding rappresenta un'evoluzione significativa della programmazione, rendendo il software accessibile non solo ai programmatori, ma anche a chi non ha competenze tecniche. Strumenti come ChatGPT consentono di descrivere ciò che si vuole sviluppare e generare codice a partire da questa descrizione. Utilizzato principalmente per esperimenti, il vibe coding offre l'opportunità di esplorare il potenziale della programmazione in modo più ludico e creativo.

Recentemente, il dibattito su come l'intelligenza artificiale possa influenzare il futuro della programmazione è diventato acceso. Le aziende di intelligenza artificiale, alla ricerca di modelli di business sostenibili, si concentrano sempre di più sulla generazione di codice. Secondo l'analista Benedict Evans, "il coding è l'unico settore in cui gli LLM hanno un prodotto reale, un mercato e potenziali entrate".

Startup innovative come Anysphere, che ha creato il servizio Cursor dedicato al vibe coding, hanno già raggiunto valutazioni stratosferiche. Anche nomi ben noti come Microsoft, con il suo GitHub Copilot, hanno scommesso su questa trasformazione. I leader nel settore, come Mark Zuckerberg e Dario Amodei di Anthropic, prevedono che in un futuro prossimo le AI saranno in grado di svolgere la maggior parte dei compiti di programmazione.

Tuttavia, è importante notare che il vibe coding è ancora una pratica meno professionale, volta più al divertimento che alla creazione di software di alta qualità. Servizi come Bolt e Lovable rendono questa esperienza ancora più accessibile, permettendo anche a chi non ha esperienza di realizzare progetti interessanti.

Ethan Mollick della University of Pennsylvania ha testato le potenzialità del vibe coding sviluppando un semplice gioco 3D utilizzando Claude Code; sebbene il risultato fosse rudimentale, il processo ha dimostrato la rapidità con cui è possibile generare progetti. Giacomo Miceli, programmatore e artista di new media, ha riferito che con la diffusione di GPT-4, le sue domande sono diventate più generiche, mirando a dare maggiore autonomia all'AI nella risoluzione di problemi.

Tuttavia, c'è chi esprime preoccupazione che l'eccessivo affidamento sulle AI potrebbe indebolire le capacità cognitive degli sviluppatori. Secondo un recente studio, questa dipendenza potrebbe portare a un'appiattimento delle capacità creative, favorendo l'affidamento al "saper far fare" anziché al "saper fare". Andrea Ragazzi di Deloitte ha evidenziato esempi di come combinare diverse AI possa ottenere buoni risultati, anche se la qualità rimane un aspetto critico da monitorare.

In conclusione, mentre il vibe coding offre opportunità senza precedenti per democratizzare la programmazione, è fondamentale mantenere un equilibrio. Gli esperti concordano sul fatto che i programmatori professionisti continueranno a essere indispensabili, soprattutto per progetti di ampio respiro, poiché il codice generato dall'intelligenza artificiale, pur essendo promettente, può essere difficile da mantenere e correggere. Il futuro della programmazione sarà quindi una coesistenza tra potere umano e capacità delle AI, dove la creatività e il problem solving rimarranno fondamentali.