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Libia: il misterioso fermo del ministro Trabelsi a Parigi con 500mila euro e le sue inquietanti connessioni

2025-01-29

Autore: Maria

Il 2 marzo 2023, il ministro dell'Interno libico, Imad Mustafa Trabelsi, è stato fermato all'aeroporto Charles de Gaulle di Parigi mentre trasportava una somma ingente di denaro: 500mila euro.

Questo evento ha sollevato interrogativi non solo sulla legittimità del suo operato, ma anche sulla spregiudicata gestione della migrazione in Libia, dove Trabelsi è schedato dalle Nazioni Unite come uno dei principali trafficanti di esseri umani.

Nonostante questo, è stato sempre accolto a braccia aperte in Italia, dove ha incontrato il suo omologo italiano, Matteo Piantedosi, per discutere di 'azioni comuni' nella gestione dei flussi migratori.

Da anni, Trabelsi è accusato di gravi violazioni dei diritti umani e contrabbando, e Amnesty International lo considera uno dei peggiori violatori in Libia.

Già nel 2018, un rapporto del Dipartimento di Stato USA lo identificava come responsabile di legami con milizie e traffici illeciti, denunciando che gestiva il gruppo armato 'Special Operation Forces', raccogliendo tangenti per il passaggio di carburante attraverso i confini.

In un paradosso che lascia a bocca aperta, Trabelsi è stato in grado di continuare a compiere incontri ufficiali in Europa, mentre le sue attività illecite rimangono sotto osservazione.

I dettagli sul suo arresto a Parigi rivelano un sistema di allerta che sta monitorando le sue operazioni, e sta emergendo un quadro sempre più allarmante riguardo alla collusione tra i funzionari libici e le reti di traffico di esseri umani.

Si apprende che Trabelsi aveva un piano di viaggio in Turchia per presunti 'impegni privati', ma la sua presenza in Europa è diventata un simbolo di sfida per la giustizia.

Il generoso trattamento rivelato nelle sue visite a Roma appare incomprensibile, specialmente considerando che minaccia affronti diretti con la criminalità organizzata e i mercati illeciti, aumentando il rischio di instabilità non solo in Libia, ma anche in Europa.

Come sarà possibile che un individuo con tali legami e crimini continui a ricevere un benvenuto diplomatico in Italia? La situazione solleva interrogativi sulla vera volontà delle autorità europee di combattere il traffico di esseri umani e sulla loro capacità di fare i conti con un sistema profondamente radicato di corruzione e violazione dei diritti umani.