Tecnologia

L'editoria nell'era dell'intelligenza artificiale: opportunità e sfide

2024-12-29

Autore: Alessandra

Negli ultimi mesi, il panorama editoriale ha subito una significativa trasformazione con l'arrivo di due giganti tecnologici, Microsoft e TikTok, che hanno lanciato i loro marchi editoriali, rispettivamente 8080 Books e 8th Note Press. La prima opera di 8080 Books, "No Prize for Pessimism" di Sam Schillace, rappresenta un approccio innovativo alla pubblicazione, rendendo omaggio a un microprocessore degli anni Settanta. D'altra parte, 8th Note Press si concentra principalmente su generi popolari come fantasy e romance, affiancandosi al fenomeno BookTok, che ha galvanizzato i lettori giovani e adulti.

Quando si parla di innovazione, è impossibile non menzionare l'interesse di entrambe le società per l'intelligenza artificiale. Microsoft ha investito ben 13 miliardi di dollari in AI, in gran parte grazie alla sua collaborazione con OpenAI, il creatore di ChatGPT. TikTok, non da meno, sta sviluppando tecnologie simili, puntando a semplificare e velocizzare il processo di pubblicazione, definendo come finora l'editoria sia rimasta indietro rispetto ad altri settori.

Tuttavia, la crescita delle intelligenze artificiali generative non è senza polemiche. Artisti, scrittori e giornalisti hanno espresso preoccupazione per l'uso non autorizzato di contenuti protetti da copyright nell'allenamento di sistemi come ChatGPT. Celebrità come Sarah Silverman e testate giornalistiche come il New York Times hanno avviato cause legali contro società come OpenAI e Meta per violazione dei diritti d'autore, alimentando un dibattito sempre più acceso sull'uso etico dell'AI.

Molti esperti avvertono che le AI potrebbero aver raggiunto un limite di sviluppo, poiché i dati pubblici da cui attingere sono stati già in gran parte esauriti. La startup Created by Humans si propone di risolvere questo problema, creando un mercato per gli autori desiderosi di vendere i diritti delle loro opere alle aziende sviluppatrici di AI. Questo approccio potrebbe consentire agli autori di monetizzare il loro lavoro in un contesto in rapida evoluzione, ma solleva anche interrogativi sull'autenticità e sulla creatività.

Walter Isaacson, noto biografo, ritiene che ci troviamo di fronte a un punto di svolta paragonabile all'avvento dei motori di ricerca. Tuttavia, autori come Hari Kunzru hanno preso posizione, firmando contratti editoriali con garanzie specifiche sull'uso dei propri testi nell'ambito dell'AI.

In parallelo, la startup Spines ha recentemente ricevuto un investimento di 16 milioni di dollari per il suo progetto di produzione automatizzata di libri grazie all'AI. La formula di self-publishing proposta rappresenta un approccio radicalmente nuovo rispetto ai modelli tradizionali, offrendo agli scrittori una percentuale molto più alta delle royalties rispetto a quanto avviene solitamente.

Nonostante le opportunità offerte da queste tecnologie, c'è un rischio tangibile di saturazione del mercato con opere di bassa qualità, generati da algoritmi con contenuti generici accompagnati da recensioni artificiali. Anche in Italia, case editrici importanti stanno iniziando a formare i propri dipendenti sull'uso dell'intelligenza artificiale, incorporandola per attività come la redazione di schede libro e traduzioni.

Mattia de Bernardis, direttore editoriale di UTET, evidenzia che mentre gli strumenti di AI possono produrre contenuti di base, questi spesso risultano piatti e privi di originalità. I testi che desiderano pubblicare hanno bisogno di carattere e creatività, qualità che le macchine ancora non riescono a eguagliare completamente.

Al momento, l'uso delle AI si limita a progetti di traduzione e sintesi, ma molti nel settore sono ottimisti riguardo al potenziale futuro. Una recente intervista ha rivelato che un importante editore italiano sta testando una versione esclusiva di ChatGPT per garantire la privacy e la protezione del diritto d'autore.

Il dibattito sull'uso delle intelligenze artificiali nel settore editoriale continuerà a evolversi, con implicazioni significative per autori, editori e lettori. È evidente che, se da un lato l'AI apre nuovi orizzonti, dall'altro rappresenta una sfida cruciale per preservare la creatività e la qualità delle opere letterarie.