Le nuove regole sui finanziamenti a film e serie: un cambiamento controverso
2024-11-12
Autore: Alessandra
Nel mese di agosto, il Ministero della Cultura ha introdotto nuove modalità per il finanziamento e il supporto alla produzione di film e serie TV italiane, suscitando polemiche e dibattiti accesi nel settore. Queste modifiche, attese da tempo, sono il risultato di una lunga fase di discussione e proteste che ha visto l'industria cinematografica italiana attraversare un periodo di crisi nel 2024, caratterizzato da un blocco delle attività essenziali per l'erogazione dei fondi pubblici. Questo ha avuto come conseguenza la paralisi della produzione, sia nazionale che internazionale, nel paese.
La riforma si propone di rivedere ed eventualmente modificare la legge Franceschini del 2017, che già aveva semplificato l'accesso ai fondi pubblici nel periodo post-lockdown, ma che non era stata ripristinata alle norme precedenti una volta ritornati ai livelli normali di produzione. Ciò ha creato un aumento significativo di richieste di finanziamento e di film prodotti, portando l'industria a una situazione insostenibile. Le nuove regole dividono le produzioni in due categorie: film con budget superiori e inferiori a 3,5 milioni di euro, svantaggiando quest'ultime nella corsa ai fondi automatici e favorendo una maggiore discrezionalità da parte dello stato.
Il sistema di finanziamento statale ha storicamente operato tra meccanismi a pioggia e commissioni nominative; tuttavia, dal 2017, il panorama è cambiato grazie all'introduzione di un sistema automatico che premia i successi commerciali e di un fondo selettivo per opere più rischiose. Queste misure hanno, nonostante le difficoltà, favorito una crescita potente del settore audiovisivo italiano, creando occupazione e incrementando il fatturato delle aziende. Secondo il produttore Andrea Occhipinti, ogni euro investito nel settore genera tre euro per lo Stato.
Il fenomeno dell’attrazione di produzioni internazionali, grazie anche a un sistema fiscale favorevole, ha portato importanti produzioni come "White Lotus" a girare in Sicilia, generando un indotto di 40 milioni di euro. Le produzioni italiane si sono guadagnate la notorietà globale, con serie come "Citadel: Diana" e "Inganno" che figurano tra le più viste su piattaforme come Prime Video e Netflix.
Tuttavia, nel tentativo di contenere l'eccesso di produzioni e di rivedere il sistema attuale, le recenti modifiche hanno suscitato timori tra i produttori di film a basso budget. La nuova legge, sebbene preveda ancora un sistema di finanziamenti automatici, richiede condizioni più stringenti poiché i fondi privati devono rappresentare il 40% del budget totale, escludendo i fondi regionali dal conteggio. Di conseguenza, le sfide per i cineasti emergenti sono elevate, mettendo a rischio opere che potrebbero non ottenere adeguato finanziamento.
In una conferenza stampa tenutasi alla Mostra del Cinema di Venezia, la Direzione Cinema ha cercato di calmare gli animi dei produttori, mentre la preoccupazione per le nuove regole era palpabile. Con l'avvicendamento del ministro Sangiuliano, ora succeduto da Giuli, le aspettative sono cambiate. Molti produttori auspicano una rivalutazione delle nuove politiche e una maggiore apertura al dialogo. Il fatto che alcuni fondi siano ora destinati a opere con un chiaro valore artistico e culturale, definito dal ministero stesso, ha sollevato preoccupazioni sulla possibilità di una censura indiretta dei contenuti.
Il futuro del finanziamento cinematografico italiano dipenderà dalla capacità del nuovo ministro di navigare questi complessi passaggi e di garantire che le nuove regole non soffochino la creatività e l'innovazione che l'industria richiede.