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Le 6 condizioni di Putin per la tregua in Ucraina: Un nuovo governo a Kiev e la questione Crimea

2025-03-16

Autore: Francesco

La situazione in Ucraina si complica ulteriormente con l'introduzione delle sei condizioni da parte del presidente russo Vladimir Putin per accettare una tregua. Se Zelensky ha mostrato apertura verso la proposta di cessate il fuoco avanzata da Trump, Putin, al contrario, non ha mai ceduto sul suo atteggiamento inflessibile e sulle sue pretese territoriali.

Secondo un documento rivelato dal Washington Post e redatto da un think tank legato ai servizi segreti russi, il Cremlino ha delineato le sue richieste fondamentali prima di considerare un cessate il fuoco. Le condizioni includono non solo il riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea, ma anche su quattro regioni parzialmente occupate: Zaporizhzhia, Kherson, Lughansk e Donetsk.

A queste si aggiungono proposte che vanno ben oltre: la creazione di zone cuscinetto demilitarizzate e la richiesta di nuove elezioni in Ucraina finalizzate all’instaurazione di un governo filo-russo. È chiaro che il governo di Zelensky dovrebbe essere smantellato e Kiev dovrebbe rinunciare a ogni aspirazione di entrare nella NATO. Inoltre, ci sono timori che, con i negoziati in corso, l'Occidente possa continuare a fornire supporto militare all'Ucraina, un elemento che Putin considera inaccettabile.

Nonostante questo, c'è uno scetticismo diffuso tra gli analisti. I piani per raggiungere un accordo di pace entro 100 giorni, come auspicato da Trump, sono visti come irrealizzabili e si prevede che la pace non possa essere raggiunta prima del 2026. La presenza di truppe di pace della NATO in Ucraina è un'altra questione che Putin esclude categoricamente.

L'obiettivo principale di Putin sembra andare ben oltre l'Ucraina. Come evidenziato dal presidente del Silverado Policy Accelerator, è in gioco la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Russia, insieme all'eliminazione delle sanzioni e alla frammentazione della NATO. Con uno scenario del genere, Putin spera di estorcere concessioni politiche ai leader occidentali, creando tensioni interne all'alleanza atlantica e rafforzando il suo potere in vista di future campagne imperialiste.

In un contesto già delicato, la schiera di sostenitori di Putin, che va dai blogger militari ai membri della Duma, spinge per un rifiuto della tregua, convinti che la Russia possa vincere questa guerra, supportati da un narrativo che gioca a favore della resilienza del loro paese. Così, mentre i negoziati proseguono, le condizioni di Putin potrebbero rivelarsi un'arma a doppio taglio, complicando ulteriormente le possibilità di pace nel cuore dell'Europa.