Scienza

Laureati in lettere, psicologia e comunicazione: i lavori del futuro che le aziende bramano!

2025-01-05

Autore: Marco

Non è solo una questione di ingegneri e tecnici specializzati; nei prossimi cinque anni in Italia, le aziende inizieranno a cercare sempre di più profili umanistici altamente creativi e con competenze specialistiche. Gli psicologi del lavoro e i project manager saranno al centro dell'attenzione, così come gli esperti in relazioni pubbliche e comunicazione, fondamentali per gestire e integrare l’uso dell'intelligenza artificiale nel contesto aziendale. Mentre professionisti come architetti, commercialisti e avvocati saranno costretti a migliorare la qualità del loro lavoro per competere con l'efficiente automatizzazione degli algoritmi.

Diversi report da parte di compagnie di consulenza e recruiting, come EY, Pearson Italia e ManpowerGroup, evidenziano un'importante ibridazione tra competenze tecnologiche e profili umanistici, un’evoluzione necessaria a causa della rapida evoluzione delle nuove tecnologie. Inoltre, molte università italiane stanno già implementando corsi di alfabetizzazione all'IA, preparando gli studenti a questo nuovo panorama lavorativo.

Secondo le ultime analisi di Excelsior e Unioncamere, si prevede che entro il 2025 possano emergere circa 770.000 nuovi posti di lavoro in Italia. Di questi, oltre due terzi saranno occupati da professionisti che sostituiranno chi lascia il lavoro, mentre il resto sarà il risultato delle nuove opportunità create. In particolare, se nel settore automotive ci sono segnali di crisi, il settore della logistica, a partire dai magazzinieri, è destinato a crescere, così come i posti di lavoro nel commercio al dettaglio e all’ingrosso, e nella ristorazione.

Tuttavia, le aziende continuano a lamentare una certa distanza tra offerta e domanda di lavoro, con difficoltà nel reperire profili universitari in ingegneria e nella moda. PageGroup segnala anche il problema degli stipendi stagnanti rispetto alla media europea. Nonostante ciò, vi è una crescente attenzione verso i profili umanistici, in particolare quelli provenienti dalla psicologia.

David Lazzari, presidente dell'Ordine degli psicologi, afferma che molte aziende stanno iniziando a riconoscere l'importanza degli psicologi, che possono fornire supporto terapeutico e assistenza nell’orientamento e selezione del personale. Secondo le stime, la domanda di psicologi nel mondo del lavoro potrebbe aumentare di oltre il 3% nei prossimi anni, mentre gli esperti in relazioni pubbliche vedranno una crescita ancora più significativa, pari al 15,6%.

Ci sarà una domanda globale per professionisti capaci di facilitare l'interazione tra uomo e macchina, oltre ai laureati in lettere e filosofia, che saranno ricercati per sviluppare algoritmi etici. Questo scenario apre opportunità anche per sceneggiatori e esperti di contenuti in grado di creare opere uniche, impossibili da replicare attraverso l’IA.

A tal proposito, Giuseppe Italiano, prorettore della Luiss per l'IA e il digitale, ha affermato che si ha bisogno di sociologi in grado di utilizzare gli algoritmi per l'analisi dei dati e di manager capaci di interpretare i feedback delle macchine. Per questo motivo, la Luiss ha introdotto corsi di alfabetizzazione sull'intelligenza artificiale anche per i programmi di studi umanistici e sociali.

Marco Leonardi, professore di economia e management, prevede che alcune professioni, legate a compiti ripetitivi, verranno progressivamente sostituite, ma avverte che ci sarà anche un abbattimento dei costi di accesso alle professioni e un incremento della produttività. La qualità dei professionisti sarà cruciale: sebbene i posti possano diminuire, quelli disponibili richiederanno competenze solitamente più elevate e quindi saranno meglio retribuiti.

Inoltre, è atteso il primo disegno di legge italiano sull'IA, che dovrebbe essere approvato quest’anno. Le nuove normative potrebbero stabilire che gli algoritmi vengano utilizzati per semplificare il lavoro burocratico, ma senza sostituire il giudizio umano nelle decisioni legali. Secondo EY, nel 2030 oltre il 50% delle assunzioni potrebbe risultare difficili per le imprese italiane, e Accenture prevede che entro cinque anni circa il 60% della forza lavoro italiana dovrà essere riqualificato per affrontare le sfide del mondo digitale.