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La Visione del Guazz – Serse, Angela Merkel e l’ultimo possesso

2024-12-27

Autore: Luca

Ore 4 di mattina. La frustrazione mi assale e mi ritrovo a chiedermi perché Serse non ha annientato i suoi avversari e perché Angela Merkel ha salvato i conti di una squadra che barcolla in una crisi economica profonda.

Ormai ci hanno portato via gli aeroporti; chissà che i porti non finiscano anch'essi in mani strane. Ma concentriamoci sull’ultimo possesso, quel misto assurdo di azioni che ha coinvolto Bolmaro e Mannion. Era un vero gioco di squadra: palla a Shields e/o Mirotic, gli altri in panchina. La situazione mi fa ancora girare di più.

Milano ha sfiorato qualcosa di epico: battere una formazione superiore 9 contro 6. I nostri veri eroi sono stati i tifosi, infuocati e pronti a sostenere la squadra nel sold-out del palazzetto. I "9" sono i tre figli di Leonida, e ricordando l'Eurolega, si sente il peso delle leggi non scritte che favoriscono la Spagna, la Turchia e la Grecia. Spero che venga presto il giorno in cui verrete spazzati via dalla Nba Europe.

La verità è che Milano è stata trascurata dai fischietti. Penalità non fischiate su azioni chiare di Fournier, e liberi regalati a causa di interpretazioni arbitrali discutibili. È evidente che l’operato degli arbitri ha influito sul gioco, minando le possibilità di una squadra già in difficoltà.

Nella ripresa le cose si complicano ulteriormente. Azioni che dovrebbero essere falli si trasformano in rimesse per gli avversari, col risultato che nei momenti decisivi ci troviamo a subire decisioni che sfociano nell'assurdo. Se solo avessero fischiato il fallo antisportivo a Mirotic in un momento cruciale! Il capro espiatorio di questa partita è direttamente Bartzokas, che ha saputo gestire la situazione, ma il fardello della sconfitta pesa su Messina.

È un peccato che non abbia reagito con decisione per riequilibrare la pressione in campo. In una gara così intensa, il fattore arbitrale diventa decisivo. E se gli arbitri fossero stati messi sotto pressione come capita a noi in trasferta, l’Eurolega potrebbe aver assistito a uno scenario molto diverso.

Potete immaginare cosa sarebbe successo se il Pireo fosse stato al posto nostro; gli arbitri sarebbero ancora chiusi negli spogliatoi, tra trattative e negoziati. Ma non c’è nessuna scusa per l'incompetenza. Una volta un ex giocatore dell’Olimpia mi raccontò che certe "strategia" impiegate in hotel avessero un’influenza sull’arbitraggio, e oggi ho avvertito persino quelle vibrazioni.

L'arbitraggio che si è visto è da denunciare. Quello che accade in Eurolega dimostra che ogni partita può essere gestita da arbitri incompetenti, e oggi tocca a noi. La speranza è che un giorno la giustizia sportiva torni a prevalere, e che il rispetto per ogni squadra venga finalmente riconosciuto. Anche se Socrate, Platone e Aristotele sarebbero stati inorriditi da questa realtà, fragili come sono le sorti nel basket.