
La Strana Abitudine di Operare Senza Prima Curare
2025-03-27
Autore: Giovanni
«Mai lasciare un chirurgo solo con il paziente; ti giri un attimo e lo sta già portando in sala operatoria per un intervento!» ci racconta, sorridendo, un primario di un importante Pronto Soccorso, che desidera mantenere l'anonimato. Oltre le battute, il problema della chirurgia eccessiva è un tema attuale in ambito ospedaliero e non si limita all'Italia, ma riguarda tutti i Paesi occidentali.
Gli interventi sono in aumento: dall’asportazione dell'utero alla chirurgia bariatrica, passando per interventi su ernie del disco e protesi all’anca. La domanda sorge spontanea: è davvero tutto necessario o ci sono casi di sovra-interpretazione medica? Alberto Benetti, direttore di Medicina Interna - Alta Complessità all'Ospedale Niguarda di Milano, avverte che un approccio multidisciplinare è cruciale: «È fondamentale che un malato venga valutato da un’équipe che includa vari specialisti.» Questo non solo per garantire una maggiore appropriatezza, ma per minimizzare i rischi associati alla chirurgia.
Nel 2023, in Italia, sono state eseguite quasi 60.000 isterectomie, con un incremento del 10% rispetto al 2022. Molte di queste operazioni sono effettuate non solo per il cancro, ma anche per fibromi benigni. Antonino Trovatello, primario di Chirurgia Generale all'Ospedale Umberto I di Siracusa, segnala come la 'medicina difensiva' giochi un ruolo significativo in questa tendenza. Le pazienti spesso, per ansia di complicazioni, richiedono interventi chirurgici non sempre necessari. Questo fenomeno si estende anche a operazioni per diverticolite, dove oltre la metà delle volte si opera prematuramente.
Richiedere una 'second opinion' potrebbe cambiare le carte in tavola. Questo approccio è già ben consolidato all'estero, come negli Stati Uniti, e sta guadagnando terreno anche in Italia. Sul tema delle ernie del disco, Carlo Ruosi, presidente della Società Italiana di Chirurgia Vertebrale, consiglia di ricercare sempre un secondo parere, per evitare interventi non giustificati.
Un'altra problematica è l'ormai diffuso tasso di interventi su noduli tiroidei, dove si stima che l'operazione di rimozione sia superflua nell'80% dei casi. Andrea Giustina, ordinario di Endocrinologia all’Università Vita-Salute San Raffaele, spiega come l'ecografia tiroidea venga eseguita sempre più frequentemente, talvolta portando a diagnosi che non richiederebbero intervento immediato. La sorveglianza con monitoraggio ecografico è spesso la scelta più adeguata.
Un’analisi dei numeri mostra che nel 2023 ci sono stati oltre 131.000 interventi per protesi dell’anca e circa 108.000 per il ginocchio. Oscillando tra la necessità di migliorare la qualità della vita dei pazienti e il rischio di un eccessivo interventismo, si rende evidente l'urgenza di riformare l'approccio chirurgico. La vera sfida è trovare un equilibrio tra innovazione medica e pratiche sanitarie responsabili, i cui costi pesano non solo sul benessere della popolazione, ma anche sulle finanze pubbliche. La salute innanzitutto, ma con saggezza!