La Resistenza dei Paraguru: Chi Vinci il 2025?
2024-12-31
Autore: Chiara
Senza alcuna pausa, il 2025 si preannuncia come un’epoca di scontri verbali tra intellettuali di sinistra, mentre il 2024 volge al termine in un clima di esasperazione. La scena si costruisce attorno a una sorta di talent show permanente dove i migliori cervelli del progressismo nazionale ambiscono a diventare il GR (Grande Resistente) o il CP (Capo Partigiano) nell’epoca dell'ATEM (Anno Terzo dell’Ermeloni). Mentre alcuni intellettuali si illudono di essere veri oppositori, altri hanno già afferrato il valore commerciale di tale battaglia, trasformando il dibattito in un autentico mercatino delle idee.
Il trionfatore del 2024 è indubbiamente Antonio Scurati, ormai divenuto un’icona. In un evento recente, Scurati ha catturato l'attenzione del pubblico con la sua performance drammatica, ricevendo una standing ovation che ha risonato in tutta Italia. Il suo testo, divenuto sacro per molti, è stato celebrato in ogni occasione: matrimoni, fiere, funerali e, naturalmente, il 25 aprile. Sarà ora interessante osservare come Scurati dovrà difendere il suo titolo di nuovo eroe della sinistra contro la sfida di Roberto Saviano, che emerge come il GI (Grande Impallato) del 2024. La loro competizione ricorda una lotta storica tra grandi titani della cultura italiana.
Il sistema di costruzione delle figure simboliche di vittime della “destra” è ormai un meccanismo ben oleato. Le registrazioni per la prossima stagione di questo show sono già aperte, attirando anche presentatori televisivi con un'utenza in calo e personalità a rischio dimenticanza. Con il travestimento da “vittima del regime”, questi protagonisti si ritrovano al centro dell'attenzione, con un copione collaudato che ripete gli onori e i premi di rito, culminando in lucrosi contratti televisivi nonostante il continuo lamentarsi.
Ogni settimana si presenta un nuovo martire da elevare a santo, grazie a una comunione di intenti tra i leader di sinistra, i quali s’incontrano prontamente per pubblicare dichiarazioni emotive. Le canonizzazioni avvengono in un batter d’occhio, e questi nuovi santi media non vedono l’ora di raccoglierne i frutti. È un vero spettacolo: un mix di vittimismo e opportunismo, un incessante gioco di autoesaltazione. Questa farsa non va vista come pura follia, ma piuttosto come un astuto gioco di strategie volti a ottenere visibilità e potere.
Questo formato ricompensa enormemente i dirigenti e i commentatori di sinistra, i quali formano una vera e propria casta, un'élite che si sente inviolabile nel suo potere mediatico. Sotto la loro supervisione, la narrativa viene costantemente rielaborata, mantenendo alto il tono di allerta contro un presunto declino democratico e una maggioranza avversa. La vittoria di Giorgia Meloni ha occultato le loro aspettative e accentuato il dibattito interno sulle strategie da attuare per rilanciarsi nella lotta politica.
Insomma, il 2025 si preannuncia una battaglia continua per la leadership culturale della sinistra, con nomi noti in competizione e il pubblico che osserva trepidante. Chi uscirà vincitore da questa sorta di “X Factor” del pensiero progressista? La sfida è aperta e le scommesse sulla prossima icona della resistenza sono già cominciate!