Salute

La battaglia di una madre per la sindrome di Pandas: "Lo Stato non ci aiuta"

2025-04-17

Autore: Chiara

Una madre coraggiosa in prima linea

Giulia Giaccardi, una mamma di Fossano, ha scelto di rinunciare al proprio lavoro come barista e cantautrice per dedicarsi completamente alla sua piccola di 7 anni, affetta dalla rara sindrome di Pandas. La sua determinazione ha spinto amici e familiari a organizzare una raccolta fondi, un gesto che riempie il cuore di speranza e sostegno.

La sindrome di Pandas: una realtà sconosciuta

La sindrome di Pandas si manifesta con sintomi neuropsichiatrici che possono apparire all'improvviso. I piccoli colpiti possono sviluppare gravi disturbi ossessivo-compulsivi, tic motori e regressioni comportamentali, il tutto causato da un'anomala risposta immunitaria a un'infezione da streptococco. Invece di affrontare il batterio, il corpo produce anticorpi che attaccano aree specifiche del cervello.

Il dramma quotidiano

"Mia figlia ha iniziato a manifestare difficoltà a dormire e comportamenti bizzarri. Tics improvvisi, urla e un'inspiegabile paura affliggono le sue giornate", racconta Giulia, visibilmente affranta. La situazione ha portato la piccola a rimanere a casa da scuola, vivendo momenti di ansia e solitudine. La ricerca di risposte ha spinto Giulia a esplorare varie opzioni mediche.

Aiuti preziosi nella lotta per la salute

Nel suo percorso, Giulia ha avuto il supporto di medici pionieri nel trattamento della sindrome di Pandas, come la neuropsichiatra Fernanda Falcini dell’ospedale Meyer di Firenze e il neurologo Alberto Spalice del Policlinico Umberto I di Roma. Nonostante le difficoltà, la forza di una madre è inarrestabile.

Un appello per la consapevolezza

Giulia si batte per la divulgazione del tema, sottolineando quanto sia fondamentale aumentare la consapevolezza su questa patologia ancora poco riconosciuta dal Sistema sanitario italiano. "Ogni piccolo aiuto dona un sorriso e rende le giornate più leggere. Ma il vero cambiamento avverrà quando le famiglie non dovranno più sostenere da sole il peso delle cure". La sua lotta non è solo personale, ma una battaglia per tutti i bambini che vivono nella stessa situazione.

Una madre che non si arrende

"Lotto ogni giorno per mia figlia", conclude Giulia, con la determinazione di chi non si arrende mai. In un mondo dove la sanità spesso lascia indietro i più vulnerabili, la sua storia è un invito a non abbassare mai la guardia e a continuare a combattere per chi non può farlo da solo.