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Kursk, cinque soldati ucraini raccontano la ritirata: «Droni, tank distrutti, la linea del fronte: una catastrofe»

2025-03-17

Autore: Chiara

«Scene da film dell'orrore». Le testimonianze dei soldati ucraini impegnati nella regione di Kursk dipingono un quadro allarmante della ritirata dell'esercito di Kiev, che molti definiscono «catastrofica». Sotto il costante fuoco nemico, hanno assistito alla distruzione di colonne intere di equipaggiamento militare e a un'intensificazione degli attacchi da parte dei droni russi, creando un'atmosfera di paura e confusione. Cinque soldati hanno condiviso le loro esperienze con la BBC, mantenendo l'anonimato, e alcuni di loro hanno descritto un vero e proprio "crollo" quando l'Ucraina ha perso Sudzha, la città principale che aveva sotto controllo.

Il racconto di Volodymyr: «Droni 24 ore su 24»

Volodymyr, uno dei soldati, ha raccontato della situazione a Sudzha, evidenziando il panico e il crollo delle difese. La ritirata era resa impossibile durante il giorno a causa del bombardamento costante dei droni, che sorvolavano l'area incessantemente. «Un mese fa potevamo viaggiare in sicurezza, ora la situazione è cambiata drasticamente. Ci sono droni in volo ogni minuto», ha dichiarato.

Maksym: «Relitti di carri armati sulle strade»

Un altro soldato, che si presenta come Maksym, ha riferito di un ordine di ritirata organizzata a causa dell'accumulo di forze russe, tra cui un ingente numero di soldati nordcoreani. Secondo stime militari, Mosca ha mobilitato circa 70.000 soldati per riconquistare Kursk, con attacchi mirati da droni avanzati. Maksym ha rivelato che i droni russi hanno distrutto una quantità significativa di equipaggiamento, rendendo le vie di rifornimento estremamente congestionate.

Anton: «La catastrofe della ritirata»

Un altro testimone, Anton, ha sottolineato che l'11 marzo è stato il giorno più critico per le forze ucraine. Ha descritto la superiorità aerea russa e la difficoltà nel mantenere le linee logistiche, affermando che molti dei soldati ucraini erano stati ben addestrati e ben equipaggiati ma ora si trovano in una situazione disperata. Eppure, ha avvertito, non ha senso mantenere il controllo su Kursk.

Dmytro: «A pochi centimetri dalla morte»

Dmytro, un quarto soldato, ha paragonato gli eventi a una scena da film dell'orrore, descrivendo strade piene di veicoli distrutti e morti. Ha raccontato della sua fuga miracolosa, sfuggendo per un pelo agli attacchi dei droni e avendo anche lui testimoniato il dramma di soldati che si ritiravano a piedi sotto il fuoco nemico. Secondo il suo racconto, moltissimi si sono trovati costretti a camminare per chilometri in cerca di sicurezza. Ha concluso dicendo che l'operazione non ha avuto successo e che la situazione è divenuta catastrofica.

Artem: «Abbiamo combattuto come leoni»

Infine, Artem, un soldato che si trova in un ospedale da campo per ferite subite, ha raccontato di aver assistito a scontri violenti nella zona di Loknya, dove le forze ucraine hanno offerto una resistenza eroica. «Fino ad ora, abbiamo creato una zona cuscinetto importante per proteggere Sumy», ha dichiarato con orgoglio.

Cosa succederà ora con l'offensiva ucraina

Il generale Oleksandr Syrskyi ha affermato che, nonostante il ritiro, le forze ucraine si sono spostate in posizioni più strategiche nel Kursk e continueranno a combattere finché necessario. Le perdite russe sono stimate in oltre 50.000 unità, ma la situazione attuale è ben diversa rispetto agli inizi dell'anno. Gli analisti stimano che l'Ucraina abbia perso gran parte dei territori conquistati, ma l'operazione ha comunque messo in difficoltà le forze russe, costringendole a riorganizzarsi. La lotta per il Kursk continua e gli esiti futuri restano incerti, ma l'eroismo di questi soldati non può essere messo in discussione.