Scienza

K2-18b: il dibattito sulla vita aliena si infuoca con nuove rivelazioni

2025-03-12

Autore: Alessandra

Il 2023 ha portato la comunità scientifica a interrogarsi profondamente sulla possibilità di vita su K2-18b, un esopianeta distante oltre 700 trilioni di chilometri dalla Terra. Il dibattito è stato catalizzato da uno studio pubblicato da un team guidato da Nikku Madhusudhan dell'Università di Cambridge, il quale ha indicato la presenza di dimetilsolfuro (DMS) nell'atmosfera di K2-18b, una sostanza chimica tipicamente associata alla vita sulla Terra.

La scoperta del DMS, considerato un "biomarcatore" potenziale, ha infiammato gli spiriti, poiché potrebbe suggerire la presenza di forme di vita, date le condizioni favorevoli del pianeta, come la giusta quantità di luce stellare e la possibile presenza di vapore acqueo. Madhusudhan ha commentato che, anche se la prova è ancora debole, se la presenza di DMS venisse confermata, rappresenterebbe un grande passo avanti nella ricerca di vita extraterrestre.

Tuttavia, non tutti gli scienziati sono d'accordo. Edward Schwieterman, astrobiologo dell'Università della California a Riverside, ha espresso scetticismo sulla qualità delle evidenze presentate, ponendo in dubbio la bassa confidenza statistica dei risultati. Le limitazioni tecnologiche attuali rendono difficile la ricerca diretta di vita sui pianeti, costringendo gli astronomi a basarsi sull'analisi degli spettri luminosi dell'atmosfera degli esopianeti.

Joanna Barstow, planetologa dell'Open University, ha sottolineato le complessità nell'interpretazione dei dati, che possono fornire indizi contrastanti. Recenti ricerche, pubblicate a novembre 2024, hanno mostrato firme di DMS provenienti da una cometa, suggerendo che questa molecola potrebbe essere prodotta anche in assenza di forme di vita. Nora Hänni, chimica dell'Università di Berna, ha ipotizzato che le comete possano depositare DMS nei pianeti, come se fungessero da astronavi chimiche.

Madhusudhan rimane scettico riguardo a questa teoria, considerando irrealistica la quantità di DMS necessaria per spiegare i segnali rilevati fino ad ora. Il consenso sulla questione è ancora lontano; l'astrofisico Ryan MacDonald suggerisce che una serie di nuove osservazioni con strumenti diversi potrebbe costituire lo "standard d'oro" per confermare l'esistenza di DMS su K2-18b.

Questa situazione rappresenta un affascinante esempio di come la scienza progredisca: attraverso un processo di ipotesi, conferme e contestazioni. Le ricerche sulla vita oltre i confini della Terra continuano a sollevare domande e a spingere i confini delle nostre conoscenze, mantenendo viva la possibilità che non siamo soli nell'universo.