Israele, l'esercito a corto di soldati chiama altri 7mila ultraortodossi: "Carcere per chi diserta". I partiti haredi: "Netanyahu ci dichiara guerra"
2024-11-16
Autore: Francesco
Israele sta affrontando una grave crisi di reclutamento nell'esercito, costringendo le autorità militari a richiamare 7.000 soldati ultraortodossi. Questo sviluppo è una chiara risposta alle crescenti difficoltà di personale, aggravate dalla guerra in corso. Il premier Netanyahu ha annunciato misure severe, incluso il carcere per chi diserta, scatenando l'ira dei partiti haredi che accusano il governo di aver dichiarato guerra alla loro comunità.
La controversia si inasprisce mentre i leader dei partiti ultraortodossi sostengono che le nuove misure violano i loro diritti e offendono i valori fondamentali della loro esistenza religiose. "Ci stiamo battendo per la nostra identità e per il nostro modo di vita", ha dichiarato un portavoce dei partiti haredi. La risposta del governo è stata decisa: chi non si presenterà per il servizio militare verrà punito duramente.
Questa situazione di tensione è ulteriormente complicata dall'ampedimento della scia di violenza nei territori palestinesi, che ha spinto il governo a una mobilitazione rapida. Fonti militari sottolineano che l'influenza della comunità haredi sui processi decisionali è diminuita, contribuendo a queste misure drastiche. I leader haredi stanno attualmente organizzando proteste e manifestazioni contro quello che chiamano un attacco alle loro tradizioni.
Nel frattempo, l'insoddisfazione nei confronti dell'approccio del governo sta crescendo tra i cittadini israeliani, con una forte domanda di riforme che potrebbero facilitare il reclutamento e diminuire le tensioni. La crisi del personale è diventata un tema di dibattito nazionale con ampie discussioni sui possibili compromessi che potrebbero essere raggiunti tra il governo e le comunità religiose.
Possibili soluzioni in discussione includono forme alternative di servizio nazionale per gli ultraortodossi, che consentirebbero ai giovani di contribuire al Paese in modi che siano in linea con le loro credenze religiose. Questo dibattito sta mettendo alla prova non solo l'unità del governo di Netanyahu ma anche l'equilibrio della società israeliana nel suo complesso, creando un clima di incertezza e timori per il futuro.