
Ingiustizia Universitaria: Aspirante Medico Costretto a Frequentare Lezioni di Biologia, Nonostante Sia Un Insegnante
2025-09-14
Autore: Giovanni
Il Semestre Filtro: Una Prova Per Gli Aspiranti Medici
Sta per iniziare il semestre filtro nazionale per la facoltà di Medicina e Chirurgia, un'opportunità cruciale per gli aspiranti medici. Questo periodo di sei mesi permette loro di dimostrare il proprio valore, con il fine di ottenere un posto nel corso di studi per gli anni successivi, a seguito di una graduatoria nazionale che premierà i più meritevoli.
Il Caso di Emanuele De Luca
Emanuele De Luca, 28 anni di Rimini, è un esempio emblematico di come le procedure universitarie possano risultare complicate e ingiuste. Laureato in Biotecnologie Mediche all'Università di Modena, attualmente lavora come insegnante freelance, svolgendo supplenze e lezioni private in attesa di un concorso.
“Sono un insegnante di biologia e chimica, anche se non di ruolo. Dopo essermi iscritto alla facoltà di Medicina a Bologna, ho richiesto l'esonero dalla frequenza obbligatoria per queste materie, la mia documentazione conferma le mie competenze, come previsto dalla Legge Bernini,” racconta Emanuele.
La Risposta Dura Della Segreteria Universitaria
Contrariamente alle sue aspettative, la segreteria dell'università ha deciso di non accettare la sua richiesta. “La mia preparazione in chimica è stata riconosciuta, ma quella in biologia, il fulcro della mia laurea, no,” spiega De Luca. Dopo aver cercato chiarimenti e offerto ulteriore documentazione, ha ricevuto una risposta secca: “Bisogna seguire il protocollo.”
Un Futuro Incerto e Difficoltà Economiche
Emanuele ora è costretto a seguire lezioni di biologia, quattro ore al giorno, da settembre a novembre, mettendo a rischio la sua possibilità di studiare e lavorare contemporaneamente. “L’Università di Bologna, che si vanta di essere un bastione dell'inclusione e dei diritti sociali, non riconosce il valore di un giovane laureato e insegnante, costringendomi a frequentare corsi su argomenti che già insegno,” lamenta.
Questa situazione potrebbe ridurre drasticamente il suo stipendio come insegnante, rendendo difficile sostenere le spese quotidiane insieme alla sua fidanzata. Emanuele è ora in una lotta contro le ingiustizie del sistema, cercando di far valere il suo diritto a un’educazione adeguata senza sacrificare il suo lavoro.