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In Cina si parla sempre di più di "involuzione": cosa sta accadendo?

2025-01-01

Autore: Sofia

In Cina, il termine "neijuan", che tradotto letteralmente significa "involuzione" o "rotolare verso l'interno", sta diventando un tema sempre più popolare sui social media e nei dibattiti pubblici. Questo concetto racchiude un profondo sentimento di frustrazione e impotenza che molti giovani cinesi provano a causa di un sistema educativo e lavorativo estremamente competitivo. La pressione per avere successo in un mercato del lavoro già saturo sta portando a un clima di rassegnazione, in particolare tra i giovani.

Il fenomeno del neijuan non è una novità: la parola ha guadagnato popolarità tra il 2020 e il 2021, ma ha recentemente trovato spazio anche nei media di stato e nei comunicati ufficiali del Partito Comunista Cinese, testimonianza della crescente preoccupazione della leadership per il benessere dei cittadini. La voglia di ossigeno e di cambiamento si fa sentire fra le nuove generazioni.

Il termine "involuzione" ha radici nelle scienze sociali, grazie al lavoro dell'antropologo americano Clifford Geertz, che lo usò per descrivere la stagnazione sociale sull'isola di Giava, in Indonesia. Oggi, questo concetto è stato assimilato per descrivere le sfide affrontate dai giovani cinesi nei contesti universitari e professionali. L'episodio emblematico è stato quello di un video virale di uno studente della prestigiosa università Tsinghua, che mostrava un giovane immerso nello studio mentre pedalava in bicicletta. Questo ha catalizzato l'attenzione sui sacrifici che i giovani devono affrontare per cercare di emergere.

Il sistema educativo cinese, particolarmente nella sua fascia alta, è caratterizzato da una competizione spietata. Per accedere alle migliori università, bisogna superare il gaokao, l'esame nazionale per l'ammissione, che ha radici storiche profonde. Questo esame implica anni di preparazione intensa, talvolta anche dall'infanzia. Una volta nel mondo universitario, gli studenti devono affrontare una cultura di lavoro estremamente pressante, che prepara al feroce mondo lavorativo post-laurea.

Le aziende tecnologiche cinesi, le più ambite dai laureati, promuovono una mentalità del lavoro che spesso riflette il metodo noto come 996: lavorare dalle 9 del mattino alle 9 di sera, sei giorni alla settimana. Fino a pochi anni fa, questo impegno era visto come un investimento per un futuro migliore, ma la situazione economica cinese, da tempo sotto pressione, ha cambiato le regole del gioco. La disoccupazione giovanile ha raggiunto il 21,3% nel giugno 2023, costringendo il governo a rivedere le modalità di pubblicazione delle statistiche sull'occupazione.

Molti giovani ora si chiedono se valga davvero la pena di impegnarsi in una società così rigida, dove le possibilità di avanzamento sembrano scarse. Questo ha portato alla comparsa di termini come "tangping", che significa "stare sdraiati", sottolineando ulteriormente il sentimento di impotenza e la ricerca di alternative a una vita frenetica.

Su un continente sempre più interconnesso, il concetto di neijuan ha iniziato a riflettere non solo la condizione giovanile, ma anche le sfide settoriali che l'economia cinese sta affrontando, in particolare in ambiti come la tecnologia e le energie rinnovabili. La leadership cinese è in allerta: nel 2023, l'agenzia di stampa Xinhua ha denunciato l'"eccessiva competizione in stile neijuan" tra le industrie, mentre il primo ministro Li Qiang ha sollevato il tema dell'involuzione durante eventi internazionali come il Forum di Davos.

Ora più che mai, i leader cinesi stanno cercando di promuovere un ambiente di lavoro che eviti la "competizione sfrenata e irrazionale" associata al neijuan, evidenziando una nuova era di riflessione e possibile cambiamento per un'intera generazione.