Il Taharrush Gamea: una piaga di violenza e degrado a Capodanno in piazza Duomo a Milano
2025-01-16
Autore: Luca
L'ultimo Capodanno in piazza Duomo a Milano ha sollevato un'onda di indignazione per un episodio drammatico che ha evidenziato un fenomeno preoccupante noto come taharrush gamea. Wael Faruq, direttore dell'istituto di cultura araba della Cattolica, ha affermato in un'intervista che questi episodi non possono essere interpretati in modo semplicistico come espressione di una cultura o religione specifica, ma devono essere visti nel contesto di una società segnata dalla violenza e dalla mancanza di opportunità.
Le radici di questa pratica si trovano in Egitto, dove nel 1998 si è verificato il primo grave caso di aggressione collettiva. Faruq descrive la situazione degli anni '90 come un periodo di oppressione e speranza perduta, segnato da tendenze sociali preoccupanti. I giovani, sia italiani di seconda generazione che immigrati, crescono in un clima avvelenato e si sentono spesso esclusi, il che può portarli a compiere atti violenti.
In questo fenomeno, non gioca solo un ruolo la cultura araba o la religione islamica; al contrario, farne una questione di cultura è un errore. Le violenze di gruppo rappresentano un crimine atroce, ma il problema risiede in un contesto più ampio, che include la diffusione di stereotipi negativi e una cultura della violenza che ha radici profonde.
La questione delle molestie sulle donne è emersa con una forza nuova grazie al movimento MeToo, che ha messo in luce la scala del problema anche in Occidente. Tuttavia, questo fenomeno di violenza è ulteriormente amplificato da rappresentazioni distorte della femminilità, spesso propagate tramite i social media, dove le donne possono essere ritratte in modi che le deumanizzano e le riducono a oggetti.
Faruq sottolinea che l'87% delle vittime di taharrush gamea sono donne velate, suggerendo che le violenze non hanno ragioni etniche o religiose specifiche, ma riflettono un disprezzo generalizzato per la figura femminile. È perciò pericoloso fare di questo un problema legato a una presunta cultura distante, senza connetterlo a un contesto più ampio di crisi valoriale e sociale.
Solo affrontando questi aspetti complessi, possiamo davvero sperare di sradicare la violenza e promuovere una società in cui la dignità di ogni individuo sia rispettata. Questo episodio tragico in piazza Duomo deve diventare un punto di partenza per un dibattito più profondo e onesto sulla violenza di genere e sulle sue cause, affinché simili atrocità non possano ripetersi.