
Il senso delle armi: un'analisi profonda e storica
2025-03-19
Autore: Giovanni
Non è affatto banale ricordare che l'Italia, oggi una democrazia fiorente, deve la sua liberazione dalle dittature all'uso strategico delle armi, sia da parte degli Alleati che della Resistenza. È cruciale comprendere che, finché nel mondo esisterà anche un solo paese pronto a impiegare le armi per scopi offensivi, le nazioni devono essere pronte a difendersi per tutelare le libertà e i diritti di tutti, compresi di coloro che si oppongono all'uso delle armi stesse. La sicurezza necessita di forze dell'ordine ben formate e equipaggiate, specialmente in un contesto in cui criminali e malintenzionati potrebbero minacciare la pace.
È erroneo affermare che ogni euro investito nella difesa sottrae risorse a settori vitali come salari, pensioni e salute. Al contrario, questi investimenti sono destinati a preservare diritti e libertà costruiti con fatica nel corso della storia, specialmente in un periodo contrassegnato da conflitti e tensioni globali.
Inoltre, non si può ridurre il concetto di difesa a un semplice accumulo di armamenti. Infatti, i miliardi spesi nella ricerca e nello sviluppo nel settore militare hanno avuto ricadute importanti per la vita civile e il progresso tecnologico. Ad esempio, il primo computer, l'Enigma, sviluppato per decifrare i messaggi tedeschi durante la Seconda guerra mondiale, ha contribuito a garantire la vittoria degli Alleati. Senza contare che molte tecnologie che oggi usiamo quotidianamente, come l'aviazione civile, l'energia nucleare e Internet, sono derivate da innovazioni inizialmente concepite per scopi bellici. I satelliti che oggi monitorano il clima e garantiscono comunicazioni essenziali sono, in effetti, un'evoluzione delle prime tecnologie spionistiche.
Pertanto, criticare senza appello le spese per la difesa significa fare un grave torto alla verità e all'umanità.
Riguardo la crisi ucraina, è fondamentale notare come gli Stati Uniti stiano cercando di raggiungere un equilibrio in questa lotta, investendo annualmente oltre 800 miliardi di dollari – quasi il 4% del loro PIL – in tecnologia militare. Gli altri, quelli che scelgono la via della disarmonia e della pace passiva, possono solo osservare, sperare e mobilitarsi per sostenere ideali di pace attraverso preghiere e manifestazioni di protesta. Questa situazione è simile a quanto è avvenuto in Europa durante momenti di crisi storica, dove la pace è stata spesso costruita attraverso il conflitto e il sacrificio. In un mondo in continua evoluzione, è cruciale non dimenticare il ruolo delle armi nella storia e nella difesa dei diritti umani.