Il mistero di Simonetta Cesaroni si riaccende: le indagini sui servizi segreti e le nuove piste
2024-12-26
Autore: Maria
Roma, 26 dicembre 2024 – Il caso del delitto di via Poma continua a suscitare scalpore dopo che il giudice ha respinto la richiesta di archiviazione, segnando un'importante svolta a 34 anni dall'omicidio di Simonetta Cesaroni, avvenuto il 7 agosto 1990. La vittima, una giovane ragazza di 21 anni, fu brutalmente uccisa con 29 coltellate, e ora la verità sembra più vicina.
L'avvocato Federica Mondani, che assiste la famiglia di Simonetta da molti anni, ha dichiarato: “Questa evoluzione è il risultato di un lungo lavoro. La nostra prima denuncia risale al 2021 e abbiamo portato nuovi elementi alla luce".
Tra questi, l'emergere di un foglio con le firme di alcuni colleghi di Simonetta, le cui presenze coincidono con i momenti della sua morte. In passato, queste persone avevano sempre negato di essere state coinvolte.
Ma cosa c'è di vero nel collegare il caso di via Poma ai servizi segreti?
"Questa è una pista che il giudice ha indicato come meritevole di approfondimento", risponde l'avvocato. Sorprendentemente, nel corso degli anni, questa connessione non era mai stata investigata a fondo, sebbene fosse stata accennata in passato.
“Se avessimo capito, avremmo già trovato il colpevole”, continua Mondani, facendo riflettere sulla gravità delle indagini iniziali.
In un contesto di crescente interesse, emergono anche altre indagini parallele, come il processo per l'omicidio di Nada Cella, che prenderà il via a febbraio. Ma perché i procedimenti legali legati a via Poma sono stati così intricati?
"Ci sono stati errori di valutazione da parte dell'équipe investigativa”, spiega l'avvocato. “Il palazzo di via Poma fu dissequestrato solo pochi giorni dopo l'omicidio, e la famosa agendina rossa, inizialmente ritenuta di Simonetta, fu riconosciuta dal padre come appartenente al portiere".
La domanda su tutte le bocche è se questo mistero troverà mai una soluzione.
"Io sono fiduciosa", sostiene Mondani. “Il giudice ha fornito indicazioni molto chiare e, talvolta, il tempo può rivelarsi un alleato nella ricerca della verità". Si fa strada l'idea che l'omicidio possa avere legami con ambienti insospettabili e potenti della città di Roma.
Simonetta, con la sua natura semplice, potrebbe aver involontariamente scoperto informazioni compromettenti o aver aperto la porta a qualcuno di non fidato. C'è chi ipotizza che l'assassino abbia approfittato della sua vulnerabilità in un momento in cui era sola.
Si parla di un ambiente di potere attorno al caso, con il giudice che stesso lo conferma. Simonetta non era solo una vittima, ma parte di un intricato schema di relazioni sociali e influenze che meritano di essere esaminati più a fondo.
"In quelle palazzine si respirava un clima particolare; non si può escludere l'intervento di un estraneo, ma ci sono troppi punti da chiarire per arrivare a una conclusione", conclude l'avvocato con una nota di speranza.
"Con il passare del tempo, le coscienze di chi era coinvolto potrebbero finalmente decidere di emergere, e molti dei protagonisti di quella triste storia non sono più tra noi. Non molliamo, e ora la procura deve seguire le nuove linee d'indagine".