Il cobra reale è uno dei serpenti più iconici al mondo, non solo per la sua presenza in numerose opere d'arte e nella mitologia di diversi popoli, ma anche per essere il serpente velenoso più lungo che esista, in grado di raggiungere anche i 5 metri.

Recentemente, un innovativo studio pubblicato il 16 ottobre sull'European Journal of Taxonomy ha rivoluzionato la nostra comprensione di questo affascinante serpente. Per 188 anni, gli scienziati hanno fatto riferimento a una sola specie (Ophiophagus hannah), ma la nuova ricerca ha rivelato che in realtà ci sono quattro specie distinte di cobra reale nel sud-est asiatico.

Per arrivare a questa sorprendente scoperta, i ricercatori hanno esaminato attentamente centinaia di esemplari conservati in musei e hanno anche estratto il DNA da serpenti catturati nel loro habitat naturale. Questo approccio ha permesso di chiarire le distinzioni genetiche tra le diverse specie.

Le quattro specie di cobra reale identificate sono: il cobra reale settentrionale (Ophiophagus hannah), il cobra reale della Sonda (Ophiophagus bungarus), il cobra reale dei Ghati occidentali (Ophiophagus kaalinga), e infine il cobra reale di Luzon (Ophiophagus salvatana), noto per il suo areale limitato. Tutte e quattro sono altamente pericolose: il loro veleno è così potente da poter uccidere un adulto con un singolo morso.

In aggiunta, diversi ricercatori dello studio sospettano che le profonde foreste tropicali del Borneo e di altre isole del sud-est asiatico possano nascondere ulteriori specie di cobra, il che rende imminente l'organizzazione di una spedizione in queste regioni remote.

È interessante notare che la famiglia dei cobra, gli elapidi, ha avuto origine in Africa durante l'Oligocene, fra 33 e 23 milioni di anni fa, e il loro adattamento a habitat diversi ha portato a questo fenomeno di diversificazione che ora stiamo iniziando a comprendere meglio. Gli scienziati sono quindi entusiasti delle possibili future scoperte in questo campo.

Il mistero del cobra reale non è solo affascinante per gli scienziati, ma potrebbe avere importanti implicazioni anche per la medicina, in quanto il veleno di questi serpenti è già oggetto di studi per sviluppare antidoti e terapie per malattie gravi.