Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega 2017, ha condiviso la sua esperienze traumatica riguardo a un Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) subito, descritto da lui stesso come illegale. In una rivelante intervista a La Stampa, lo scrittore ha raccontato di essere stato legato a un letto con delle cinghie e di aver ricevuto un'iniezione senza essere informato sulla sostanza.

«Avevo bisogno di aiuto, ma non ero pericoloso», afferma Cognetti, sottolineando che la sua condizione non giustificava un trattamento così estremo. Ricorda che è iniziato tutto un anno fa, il 7 gennaio 2024, quando si è recato in pronto soccorso e si è trovato in una situazione surreale, senza libertà di movimento.

Un viaggio nell'oscurità della depressione

Cognetti ha spiegato di aver affrontato una grave depressione e di essere stato diagnosticato con disturbo bipolare, un quadro complesso che prevede fasi maniacali e depressive. Fattori che aveva intuito già da giovane, osservando i propri sbalzi d'umore. Durante la fase depressiva ha confessato di aver avuto pensieri suicidari, trovandosi in una spirale di disperazione e auto-svalutazione: «Ho pensato di impiccarmi, ma fortunatamente non ho mai avuto il coraggio di farlo», racconta, ammettendo il supporto costante ricevuto da amici e familiari durante l'estate.

Riflessioni e rinascita

Oggi, lo scrittore afferma di sentirsi meglio e ha imparato ad affrontare la propria situazione con maggiore onestà, smettendo di dire che va tutto bene. «Posso dire che mi sento molto meglio di prima. Questo è un grande passo in avanti». Dopo aver ricevuto assistenza e supporto, Cognetti chiude la sua intervista con una nota di speranza, enfatizzando l'importanza della comunicazione e del supporto nella prevenzione di crisi future. La sua esperienza mette in luce non solo le sfide della vita con disturbi mentali, ma anche la necessità di una maggiore sensibilizzazione e comprensione della salute mentale nella società.