
Il dramma dei titoli mal scritti: Scanzi sotto accusa!
2025-03-14
Autore: Luca
Anni fa, un collega, che oggi è diventato famoso ma già all'epoca mostrava un certo arroganza, lasciando un noto quotidiano per un altro - incredibilmente il Fatto - salutò la redazione con un’affermazione piuttosto provocatoria: «È stato bello, ringrazio tutti, tranne i colleghi del Politico che titolavano male i miei pezzi». Un atteggiamento che ha dimostrato una mancanza di rispetto che rispecchia la bassa qualità di molti dei suoi articoli.
Recentemente, abbiamo assistito ad un episodio simile in TV quando Andrea Scanzi, una personalità nota per molte cose tranne che per le sue capacità di giornalista, si è lamentato delle sue «belle interviste» rovinato dai titolisti, classificandoli come i cosiddetti «culi di pietra» che, secondo lui, poiché non hanno una vita sociale, tendono a vendicarsi su chi scrive.
È fondamentale ricordare che, secondo la prima regola del giornalismo, se un’intervista non riesce a generare un buon titolo, il problema risiede nel contenuto stesso e non nella titolazione. D'altronde, i colleghi del Fatto, interpellati al riguardo, sostengono che Scanzi produce solo un pezzo alla settimana e nessuno ha mai visto qualcuna delle sue presunte belle interviste. Inoltre, in modo irritante, ci si chiede di che vita sociale può parlare, vivendo lui ad Arezzo, una città relativamente tranquilla.
Il problema non è solo ciò che ha dichiarato Scanzi, che peraltro non brilla per simpatia o genialità, ma piuttosto per il comportamento poco professionale che ha mostrato. Infatti, per cercare di rimediare alla situazione, ha contattato i capi della redazione per scusarsi, ma non ha nemmeno pensato di contattare la squadra che si occupa dei titoli. Che segnale manda questo? Una mancanza di rispetto nei confronti del lavoro altrui e un chiaro esempio di arroganza.
In un’epoca in cui la qualità dell’informazione è più importante che mai, resta sempre il dubbio se certi giornalisti siano pronti ad assumersi le proprie responsabilità. L’inesperienza e l’arroganza possono danneggiare non solo la loro carriera, ma anche l’immagine del giornalismo stesso. Questo episodio ci ricorda che una buona narrazione inizia sempre da una solida preparazione, e non può essere scaricata su chi è solo responsabile dei titoli.