Tecnologia

Il destino infausto della memecoin Corona: crollo, truffa e indagini in corso

2025-03-17

Autore: Francesco

Doveva essere una criptovaluta innovativa e rivoluzionaria, eppure ha subito la stessa fine di molte altre memecoin lanciati nel mercato: solo pochi fortunati hanno guadagnato, mentre la maggior parte ha subito ingenti perdite.

Fortunatamente, gli italiani sembrano aver appreso la lezione da precedenti esperienze negative, come quella di Facchinetti e Catge Coin, scegliendo di investire solo piccole somme, evitando di mettere a rischio i loro risparmi.

Stiamo parlando di $CORONA, la crittovaluta lanciata dal noto paparazzo Fabrizio Corona nella notte tra il 21 e il 22 febbraio, prendendo spunto da recenti iniziative simili degli Stati Uniti: “Forse è una provocazione, forse è una rivoluzione”, ha annunciato Corona, ma in queste ultime settimane ha deciso di distaccarsi completamente dal progetto.

I membri della “community” hanno atteso invano che Corona apparisse nel canale Telegram per rassicurarli sul futuro della cryptocurrency, ma quella promessa non si è mai concretizzata.

La memecoin $CORONA ha avuto una breve ma vivace vita, iniziando con un boom di capitalizzazione che ha sfiorato gli 800.000 dollari, seguito però da un improvviso crollo.

Chi ha acquistato in anticipo ha venduto e realizzato profitti, mentre i nuovi investitori si trovano ora con una classica situazione di “bag holding”, dove il valore del loro investimento è drasticamente sceso.

Un’avventura già piena di colpi di scena, poiché un investitore ha acquistato 10.000 dollari di $CORONA solo tre minuti prima che il wallet venisse reso pubblico, rivendendo immediatamente il token per un guadagno di 87.000 dollari, facendo di lui l’unico a trarre un profitto significativo.

La questione di $CORONA ha suscitato sospetti, con molti che ipotizzavano potenziali truffe nel settore. Purtroppo, $CORONA stessa è stata oggetto di un inganno. Il team ha adottato la strategia del burning dei token per tentare di aumentare il valore, ascoltando un consiglio della community per bruciare alcuni token, ma i risultati sono stati disastrosi.

Invece di bruciare i 100 milioni di token previsti, il sito scelto ha dirottato i restanti token verso un wallet privato, di fatto perpetrando un raggiro. Nonostante i vari avvertimenti da parte di comunità esperte sul sito truffaldino, era ormai troppo tardi.

Il 6 marzo, la Consob ha deciso di intervenire, ordinando la cessazione della promozione della memecoin $CORONA, certificando la sua natura abusiva e bloccando il sito web associato. La motivazione era chiara: l’emittente della criptovaluta non aveva registrato il documento informativo richiesto dal regolamento MiCAR, imposta dall’Unione Europea per garantire la salvaguardia degli investitori.

Mentre la capitalizzazione di mercato della valuta era scesa a soli 30.000 euro, la Procura di Milano ha aperto un fascicolo per indagare su eventuali illeciti nella gestione di $CORONA, senza ancora successivi indagati o reati ipotizzati. Secondo quanto riportato, l'obiettivo dell'indagine era di valutare se ci fossero stati atti illeciti da parte degli operatori.

Di fronte a questa complicata situazione, il team della community ha annunciato la cancellazione di tutte le collaborazioni con Fabrizio Corona, sottolineando un'unica verità: l'imprenditore ha utilizzato solo il proprio nome per ottenere visibilità, allontanandosi immediatamente al primo segnale di problemi legali.

Attualmente, circa 1500 persone detengono il token, ma si tratta prevalentemente di piccole somme investite. La stragrande maggioranza degli utenti si trova praticamente in perdita. Si tratta di una lezione importante per il mondo delle criptovalute, che deve sempre considerare i rischi e le truffe latenti.