IL CLIMA DI CRISI IN HAITI: PRIMO MINISTRO DESTITUITO
2024-11-11
Autore: Chiara
In un colpo di scena politico a Haiti, il consiglio presidenziale di transizione ha deciso di destituire il primo ministro Garry Conille, nominato solo pochi mesi fa. Le tensioni politiche all'interno del consiglio, composto da nove membri, erano palpabili e avevano a che fare con diverse nomine governative, segno di un clima di instabilità che persiste nel paese.
La crisi in Haiti non è nuova: la nazione sta affrontando una drammatica situazione politica, sociale ed economica da anni. Le bande criminali hanno preso il controllo di vaste aree di Port-au-Prince, seminando il terrore tra la popolazione con attacchi frequenti, rapimenti e omicidi. Solo a marzo, le principali bande del paese si sono coalizzate per lanciare una serie di attacchi contro infrastrutture chiave, come stazioni di polizia e porti, riducendo di fatto il governo a un ruolo marginale. Questa escalation di violenza ha portato alle dimissioni del primo ministro Ariel Henry, il quale aveva preso il posto del predecessore Jovenel Moïse, assassinato in circostanze misteriose nel luglio 2021.
In risposta a questa crisi, il governo ha formato un consiglio presidenziale di transizione a marzo per guidare il paese verso nuove elezioni, programmate per il 2026. Tuttavia, le relazioni tra il consiglio e Conille sono state tempestose: il primo ministro ha preso decisioni unilaterali, specialmente in ambito di politica estera, senza il consenso del consiglio. Inoltre, la richiesta del consiglio di un rimpasto in ministeri chiave è stata rigettata da Conille, dando il via a una frattura irreparabile.
Il New York Times ha paragonato la destituzione di Conille a una sorta di colpo di stato politico, sollevando interrogativi sull'autorità del consiglio di agire in questo modo. Ora si parla della possibilità che Alix Didier Fils-Aimé, un uomo d'affari con esperienza politica, possa succedere a Conille. Fils-Aimé ha tentato di entrare in Senato nel 2015 e ha presieduto la Camera di commercio e dell'Industria di Haiti.
La situazione in Haiti è aggravata da report allarmanti: secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, oltre 700.000 persone, metà delle quali bambini, sono state costrette a lasciare le loro case a causa della violenza delle bande. La portavoce delle Nazioni Unite, Stephanie Tremblay, ha rivelato che nel solo periodo da gennaio a settembre, quasi 5.000 persone sono state uccise. La comunità internazionale è sempre più preoccupata per il futuro di Haiti e per la sua capacità di superare questa crisi profondamente radicata e complessa.