Tecnologia

Il braccio robotico che risponde ai pensieri: un uomo colpito da ictus torna a vivere

2025-03-09

Autore: Alessandra

In una straordinaria dimostrazione di progresso scientifico, un uomo che aveva perso la mobilità a causa di un ictus è riuscito a compiere gesti quotidiani come aprire un armadio e riempire un bicchiere d'acqua. Questo sogno, che era rimasto irrealizzato per anni, è diventato realtà grazie a un innovativo braccio robotico messo a punto dai ricercatori dell'Università della California a San Francisco (UCSF).

Il braccio robotico che ascolta il cervello

Il braccio robotico non si muove in base a comandi fisici, ma risponde ai pensieri dell’uomo, grazie a degli elettrodi posizionati sulla superficie cerebrale. Questi elettrodi captano le deboli correnti elettriche generate dai neuroni, traducendo i pensieri in movimenti concreti. Secondo un recente studio pubblicato su Cell, l'uomo sta utilizzando con successo il dispositivo da ben sette mesi, un risultato senza precedenti in questo tipo di ricerche.

In passato, gli esperimenti simili erano stati limitati da problemi di adattamento: le interfacce cervello-computer tendevano a smettere di funzionare dopo pochi giorni. Tuttavia, grazie all'integrazione dell'intelligenza artificiale, i neuroscienziati sono stati in grado di realizzare un'interazione duratura e dinamica, interpretando i segnali cerebrali in tempo reale.

Il contributo dell'intelligenza artificiale

"La collaborazione tra umani e intelligenza artificiale rappresenta il futuro delle interfacce uomo-macchina. Solo così possiamo raggiungere movimenti complessi che imitano la naturalezza della vita quotidiana," ha affermato Karunesh Ganguly, coordinatore dell’esperimento. Grazie all'intelligenza artificiale, il sistema è in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti dei segnali neurali, preservando l’efficacia nel tempo.

Un traguardo senza precedenti

Anche se gli esperimenti precedenti hanno mostrato qualche promettente successo, il loro impatto era limitato a pochi giorni di funzionalità. Questo avveniva perché i neuroni modifica la loro attivazione durante l'apprendimento, rendendo difficile per i dispositivi mantenere il dialogo con il cervello. Con l'uso dei traduttori AI, i ricercatori hanno finalmente superato questo ostacolo, aprendo le porte a possibilità senza precedenti nella riabilitazione motoria.

La competizione con Neuralink di Elon Musk

L'importanza di questa ricerca non può essere sottovalutata, soprattutto in un contesto in cui aziende private come Neuralink, fondata da Elon Musk, stanno guadagnando visibilità nel campo delle interfacce cervello-robot. Mentre Neuralink vanta risultati nella comunicazione neuronale tramite impianti, l’approccio dell’UCSF dimostra la potenzialità di forme alternative di connessione tra mente e macchina. Gli studi condotti alla UCSF evidenziano le difficoltà e i risultati concreti ottenuti con il supporto pubblico, diversamente da quelli di Neuralink, spesso circondati da polemiche e conflitti d'interesse.

Il futuro della riabilitazione

Il primo esperimento di questo tipo risale al 2006, e da allora i progressi sono stati costanti. Oggi, il paziente di San Francisco non solo riesce a interagire con oggetti, ma il suo caso rappresenta una vera e propria speranza per molte persone colpite da paralisi. Con la continua evoluzione delle tecnologie di intelligenza artificiale, il sogno di ripristinare la mobilità attraverso la lettura dei pensieri sta diventando sempre più vicino, promettendo un futuro in cui le limitazioni fisiche potrebbero diventare un lontano ricordo.