
I QUADRATINI: Come Maura, Enrico e Cristina Trasformano Sofferenza in Vita
2025-03-23
Autore: Maria
Caro lettore,
Negli ultimi quattro anni, ho avuto il privilegio di seguire l'incredibile viaggio di un'iniziativa nota come 'I Quadratini', che offre messa online per i malati. Questo mi ha toccato profondamente, poiché ho anch'io affrontato la sfida di una malattia oncologica. Questo percorso è diventato per me una fonte di luce e supporto, dimostrando che vivere è un atto possibile e degno di amore, nonostante le avversità.
Oggi, milioni di persone affrontano battaglie quotidiane contro malattie mentali, ansia e depressione, spesso invisibili ma devastanti. La necessità di incontri e dialoghi è sempre più forte. Recentemente, alcuni studenti universitari di medicina e nursing, interessati al lavoro pionieristico di Cicely Saunders sulle cure palliative, si sono interessati alla nostra esperienza diretta.
Abbiamo avuto l'opportunità di riunirci per una cena, un momento speciale e significativo. Inizialmente imbarazzati, gli studenti hanno cominciato a porre domande incisive, cercando di comprendere come la malattia influisca sulla percezione di sé e sulla dignità umana. Ci siamo resi conto che ogni risposta è un pezzo di una storia, un volto che parla di speranza e cura.
Maura, una nostra amica non vedente, ha condiviso una riflessione pensata: la sua disabilità le ha dato occhi nuovi per guardare la vita. La malattia, paradossalmente, ha risvegliato in lei un desiderio ardente di vivere che si trova in tutti noi. Come lei dice, la vera trasformazione si verifica quando qualcuno accetta di affrontare la realtà insieme a te.
Prendiamo anche la storia di Laura, giovane madre di due piccoli, che si è presentata al nostro incontro avvolta dalla rabbia e dalla frustrazione. Nel corso della sua malattia, ha trovato una pace interiore tale da affermare: 'Quando la morte arriverà, voglio essere trovata viva'.
Enrico, padre di gemelli con gravi disabilità, ha descritto la sua personale trasformazione: da una vita di lotta per sfuggire alla sofferenza dei suoi figli a un'accettazione profonda che ha arricchito la sua esistenza. "Quelli sono occhi di felicità che voglio per me", ha dichiarato guardando sua moglie. Questo segna l'inizio di un viaggio di scoperta, non solo per i malati, ma anche per i loro cari.
Il marito di Maura ci ha detto che possiamo scegliere di vedere o di chiudere gli occhi; la vera bellezza sta nel tuffarsi nell'esperienza degli altri. Storie di come Carmelo, malato di leucemia, si è fatto un selfie con una coperta termica d’oro, scrivendo che la vita è un dono. La malattia non definisce l'identità di una persona; la persona è sempre più grande della sua malattia.
Enrica, con la SLA, ha esortato i giovani a vivere pienamente: 'Anche quando guardavo il crocifisso, ho chiesto: Che cosa vuoi da me?'}
E poi c'è Cristina, che da dieci anni vive un'eterna attesa di una terapia sperimentale per un tumore al cervello. Ogni viaggio in ospedale diventa un'opportunità di meraviglia nei piccoli dettagli della vita. "Viviamo giorno per giorno", sottolineano lei e suo marito, affinché l'ansia non oscuri il presente.
Queste esperienze rivelano una profonda interconnessione umana. Non è solo un modo di interagire, ma un modo di essere. Ogni operatore sanitario ha l'opportunità di riconoscere la dignità di un paziente non quando semplicemente svolge il suo lavoro, ma quando riesce a connettersi genuinamente con il suo dolore e le sue speranze.
Da Maura viene l'ultima riflessione: 'In ogni breve momento con un paziente, tu sei fondamentale per lui. Ogni sguardo, ogni gesto può realmente cambiare tutto'.
C'è una magia che accade quando si rompe il ghiaccio, e ci si racconta a vicenda: malati, familiari, studenti. Tutti quanti condividono il desiderio profondo di vita che ci spinge a alzarci ogni mattina. La domanda fondamentale non è solo cosa posso fare per te, ma come la tua vita interroga la mia. Solo prendendoci cura del benessere reciproco possiamo realmente aggiungere vita ai giorni, come ha dimostrato nella sua opera Cicely Saunders.
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