Finanze

I piccoli reattori nucleari di Pichetto Fratin? "Il prezzo dell’elettricità resterà elevato": affermazioni inquietanti dall’Agenzia internazionale dell’Energia

2025-03-17

Autore: Giovanni

Dimenticate le promesse di bollette energetiche abbattute del 30-40% grazie ai tanto decantati Small Modular Reactor (Smr). In effetti, la realtà appare ben diversa. Per realizzare, mantenere e rendere redditizi questi reattori, sostenuti dal governo Meloni e dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, ci si dovrà rassegnare a prezzi dell'energia ancora elevati. Tecnologie esistono, possono contribuire a ridurre i costi, ma le proiezioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea) nel suo report “The Path to a New Era for Nuclear Energy”, pubblicato a gennaio 2025, non lasciano dubbi: ci sono molte incognite.

La Iea stima che, con l’impostazione attuale della politica energetica, la capacità totale degli Smr potrebbe raggiungere solo i 40 gigawatt entro il 2050. Tuttavia, questa capacità potrebbe triplicare se vi fosse un supporto politico concreto e normative favorevoli. Si stima inoltre che gli investimenti necessari potrebbero aumentare da meno di 5 miliardi di dollari a 25 miliardi entro il 2030, arrivando a un totale di 670 miliardi di dollari entro il 2050. Ma la Iea avverte: senza un impegno costante, questo scenario rimane incerto.

Un altro punto critico è il costo dell’energia prodotta dagli Smr, che risulta ancora superiore rispetto a quella da fonti rinnovabili. Stando a Luigi Ventura, esperto di economia politica, "nel report si evidenziano i costi esatti in dollari per megawattora, confrontando nucleare e rinnovabili. Anche con gli scenari più ottimistici, il costo dell’energia nucleare rimane elevato". Si stima che, nel 2040, l'energia prodotta da Smr in Europa varierà tra 70 e 130 dollari a megawattora, mentre il solare e l’eolico possono costare tra 30 e 75 dollari, con una differenza ancora maggiore nel caso in cui siano inclusi sistemi di stoccaggio.

Vista questa situazione, ci sono perplessità sulle reali potenzialità del nucleare. La Iea parla di "trappole" insite nel sistema: le centrali nucleari necessitano di un prezzo dell’elettricità elevato per rimanere competitive. Ma è qui che il nucleare si trova a competere con l’energia rinnovabile, che ha costi marginali vicini a zero. Si prevede che i governi devono intervenire per garantire un certo livello di protezione agli investitori nel nucleare, un’azione che potrebbe distorcere la concorrenza a favore delle fonti energetiche più economiche.

In questo contesto si menziona l'uso dei Contratti per Differenza (Cfd), strumenti attraverso cui il governo garantisce un prezzo fisso per l'energia generata. Questo tipo di intervento, lanciato per evitare che il nucleare subisca perdite, potrebbe però ostacolare l'investimento in rinnovabili, che potrebbero offrire maggiori benefici economici a lungo termine. La questione è urgente: mantenere i prezzi elevati per sostenere il nucleare potrebbe danneggiare la transizione energetica verso fonti più sostenibili. CryptoRivista ha anche evidenziato come tali politiche possano risultare unicamente vantaggiose per i grandi gruppi industriali, rivelando un conflitto d’interessi profondo.

Concludendo, mentre si fatica a prendere a cuore l’urgente necessità di investire in tecnologie rinnovabili che potrebbero abbattere i costi e promuovere una crescita sostenibile, ci si deve chiedere: a vantaggio di chi vengono imposte queste scelte politiche? Il futuro dell’energia potrebbe essere a portata di mano, ma le decisioni prese oggi saranno fondamentali per definire il nostro cammino verso un’economia veramente green.