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I partiti al governo perdono terreno alle elezioni: una crisi globale?

2024-11-13

Autore: Francesco

Negli ultimi mesi, i partiti al governo stanno affrontando una serie di importanti scontri elettorali con esiti sfavorevoli. La recente sconfitta di Kamala Harris alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti segna solo l’ultimo capitolo di una narrativa internazionale in cui molte forze politiche al potere, da Tokyo a Londra, hanno visto le loro posizioni erose. Per esempio, il Partito Liberaldemocratico giapponese ha subito un duro colpo, così come il Partito Conservatore nel Regno Unito. La coalizione di Emmanuel Macron in Francia ha perso la sua maggioranza e il premier indiano Narendra Modi, nonostante la sua reputazione, ha ottenuto risultati inferiori alle aspettative elettorali di quest'anno.

Questa tendenza non è solo particolare di qualche nazione, ma rappresenta una vera e propria crisi globale tra i partiti di governo, come sottolineato dal Financial Times. I dati del 2024 parlano chiaro: ogni partito di governo che ha partecipato a elezioni nazionali in paesi sviluppati ha perso consensi, segnando una tendenza che non si osservava dal 1905.

Tuttavia, è cruciale non confondere i risultati elettorali con un’unica spiegazione. Ogni nazione ha le proprie specificità e i motivi delle sconfitte possono variare drammaticamente. Negli Stati Uniti, per esempio, i fallimenti della campagna di Harris sono stati associati a variabili interne, tra cui la comunicazione inefficace e le conseguenze della presidenza Biden.

Quando si guarda al contesto globale, emergono problematiche comuni, in particolare legate all'economia e agli effetti a lungo termine della pandemia da coronavirus. L’inflazione, iniziata nel 2021, ha raggiunto il suo picco quest’anno, portando a un aumento generalizzato dei prezzi che ha colpito profondamente le famiglie. Gli elettori percepiscono l'inflazione in modo più negativo rispetto alla disoccupazione, considerando giustamente che i problemi economici che affrontano si riflettono in maniera diretta sulla loro vita quotidiana.

La percezione di ingiustizia è amplificata dal fatto che, nonostante l'incremento dei salari, i prezzi continuano a salire, portando a una sensazione generale di insoddisfazione. Tutti i recenti sondaggi evidenziano che questo malcontento è universale e non risparmia alcuna inclinazione politica, colpendo tanto i partiti di destra quanto quelle di sinistra.

Avere a che fare con una società in tumulto è complicato. Negli Stati Uniti e in molti altri paesi sviluppati, gli anni recenti sono stati segnati da sconvolgimenti economici e sociali che hanno esacerbato il malcontento: dai lockdown della pandemia all'aumento crescente dell'immigrazione.

Nel panorama attuale, le eccezioni a questa crisi sono rare. In Spagna, ad esempio, Pedro Sánchez è riuscito a mantenere il potere, ma ha dovuto cedere a forti concessioni politiche ai partiti secessionisti. In Danimarca, Mette Frederiksen ha conservato il proprio ruolo, ma ha disgregato la sua coalizione di centrosinistra per allearsi con forze conservatrici.

In questo scenario incerto e in continua evoluzione, ci si interroga su quale futuro attenda i partiti al governo e soprattutto quale sarà l’impatto di queste elezioni sulle politiche globali nei prossimi anni.