I fiumi del mondo stanno cambiando: "A valle sempre meno acqua nei grandi corsi d’acqua"
2024-12-29
Autore: Maria
Gli studiosi Dongmei Feng e Colin Gleason hanno lanciato un allarme globale, evidenziando il cambiamento rivoluzionario nei corsi d'acqua del pianeta. Grazie all'uso combinato di dati satellitari e modelli computazionali, hanno analizzato circa 2,9 milioni di fiumi in un periodo di 35 anni, portando alla luce una realtà preoccupante: le sorgenti dei piccoli fiumi stanno aumentando il loro flusso, mentre la situazione a valle dei grandi fiumi è in drammatico calo. Questo fenomeno influisce sul 44% dei grandi fiumi e sul 17% di quelli minori. Le variazioni annuali di portata possono arrivare fino al 10%. Si potrebbe dire che questo sconvolgimento nei flussi d'acqua ha un impatto profondo sulla salute ecologica del nostro pianeta.
Non c'è da sorprendersi che questa diminuzione delle risorse idriche a valle si manifesti in un contesto globale sempre più segnato da eventi climatici estremi. In Europa e in particolare in Italia, le conseguenze si fanno sentire in modo allarmante. Secondo i dati di novembre dell'Osservatorio Siccità, i bacini idrici di Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna registrano un abbassamento delle riserve idriche rispetto all'anno precedente, contribuendo a una crisi idrica già preoccupante.
La mancanza di acqua nei corsi inferiori dei fiumi comporta serie implicazioni per l'agricoltura, la vita quotidiana delle persone e dell'allevamento. I cambiamenti nel regime idrologico portano a una disponibilità d'acqua che si concentra in periodi inusuali; i picchi di flusso ora si verificano in tarda primavera e durante l'autunno, mentre in passato i nostri fiumi vedevano flussi abbondanti in estate. Questo squilibrio influisce negativamente sulla produzione agricola e sulla produzione di energia idroelettrica, con la Sicilia che ha registrato la produzione più bassa da nove anni a questa parte per il periodo 2-8 dicembre.
Ma c'è un altro lato della medaglia: le piccole inondazioni, che possono avere conseguenze devastanti, spesso si verificano in corsi d'acqua che sembrano innocui. Secondo quanto dichiarato dalla professoressa Hannah Cloke, esperta di idrologia all'università di Reading, è proprio nei fiumi più piccoli e normalmente asciutti che si registrano alcune delle piene più mortali. La combinazione di fusione delle nevi e di eventi meteorologici estremi crea un clima ideale per inondazioni improvvise.
Sebbene le cause precise siano complesse e sfumate, gli autori dello studio si sono detti preoccupati per l'impatto del cambiamento climatico causato dall'uso dei combustibili fossili e dalle azioni umane che hanno drammaticamente alterato i cicli naturali dell'acqua. L'impermeabilizzazione del suolo ha reso le risposte idrologiche più rapide e concentrate, esponendo le comunità locali a rischi crescenti di alluvioni.
Questo studio, quindi, non è solo un documento scientifico, ma un appello urgente a ripensare al nostro approccio ai corsi d'acqua, considerandoli come un sistema interconnesso. Come sottolinea il professor Gleason, dobbiamo considerare i fiumi come un sistema unico, richiedendo un impegno concertato per affrontare i fenomeni di carenza ed eccesso d'acqua in modo efficace. La situazione attuale esige una maggiore attenzione alla conoscenza, al monitoraggio e alla manutenzione di queste vie d'acqua essenziali per la nostra sopravvivenza.