Salute

I farmaci Made in Italy minacciati dai dazi di Trump: cosa c'è da sapere

2025-04-07

Autore: Chiara

Mentre gli effetti dei dazi voluti da Donald Trump sono ancora da valutare appieno, i cittadini americani sono in allerta per le potenziali conseguenze sul settore farmaceutico. Gli Stati Uniti sono fortemente dipendenti da medicinali prodotti in Italia, considerato che il nostro Paese è uno dei principali attori nel panorama farmaceutico europeo. Infatti, le aziende italiane non solo forniscono principi attivi di alta qualità, ma sono anche coinvolte nello sviluppo di terapie innovative e nella produzione per aziende farmaceutiche americane.

Dazi e farmaci: una questione delicata

Negli ultimi giorni, l’industria farmaceutica ha respirato per un breve periodo grazie a un’eccezione per i farmaci prodotti all'estero dalle nuove tariffe. Tuttavia, la Casa Bianca ha chiarito che sta preparando l'imposizione di dazi specifici sui prodotti farmaceutici, con aliquote che potrebbero partire dal 25%. Trump ha affermato che si aspetta un ritorno delle aziende farmacologiche negli Stati Uniti, pena il pagamento di pesanti tasse. Questo scenario fa tremare le esportazioni di farmaci italiani verso gli Usa, che rischiano di diventare molto più costose, incitando la preoccupazione tra i pazienti americani che dipendono da questi medicinali.

L'impatto sulle aziende e sui pazienti

I potenziali dazi potrebbero innescare un incremento dei costi di produzione e complicare la catena di approvvigionamento, causando ritardi e richiedendo nuove autorizzazioni. Ciò non solo influenzerà la competitività dei produttori italiani, ma avrà anche ripercussioni sui fornitori di assistenza sanitaria negli Stati Uniti. In un contesto di forte interdipendenza globale, l'introduzione di tali politiche commerciali può non solo danneggiare l'economia, ma anche influenzare in modo significativo la disponibilità di farmaci nel mercato americano.

Quali farmaci Made in Italy sono richiesti negli Usa?

Dati riportati da IQVIA evidenziano che tra i farmaci più prescritti negli Stati Uniti ci sono l’atorvastatina, l’amlodipina, e la metformina, tra gli altri. Questi medicinali sono fondamentali per la gestione di patologie come l’ipercolesterolemia e il diabete, dimostrando quanto siano essenziali i farmaci italiani nel sistema sanitario americano.

Le aziende italiane, come Chiesi Farmaceutici, Menarini, e Angelini Pharma, giocano un ruolo cruciale nell'equazione. Chiesi, che ha sede a Parma, è nota per i suoi trattamenti per malattie respiratorie, mentre Menarini, con sede a Firenze, fornisce farmaci cardiovascolari e oncologici di alta qualità. Angelini Pharma, specializzata in salute mentale e gestione del dolore, rappresenta un'altra pietra miliare nel mercato statunitense.

Le conseguenze del cambiamento

L'introduzione di dazi sui farmaci italiani costituisce una minaccia non solo per l'industria farmaceutica italiana, ma anche per la salute dei pazienti americani. Gli oltre 11 miliardi di euro di esportazioni italiane verso gli Stati Uniti sono a rischio, e i dazi aumenterebbero i costi, dando vita a potenziali carenze di farmaci essenziali. Nel 2023, l'Italia si è confermata come un attore imprescindibile per il rifornimento farmaceutico degli Stati Uniti, con esportazioni che ammontano a circa 7,97 miliardi di dollari. Mediante la cooperazione tra i due Paesi, è essenziale continuare a garantire l'accesso a farmaci di alta qualità, preservando così la salute dei milioni di pazienti americani che vi si affidano. Questa situazione sottolinea l'importanza di un dialogo commerciale costruttivo e di politiche tariffarie che non compromettano l'accesso ai trattamenti necessari per la salute pubblica.