Gli Houthi, gruppo ribelle yemenita, hanno annunciato di aver condotto due operazioni militari di grande portata contro le forze statunitensi nel Mar Rosso e nel Mar Arabico. Secondo il portavoce militare Yahya Sarea, queste azioni si sono protratte per otto ore. La prima operazione ha colpito la portaerei Abraham Lincoln, mentre la seconda ha visto il lancio di missili e droni contro due cacciatorpediniere americani nel Mar Rosso.

I funzionari statunitensi hanno confermato l’attacco, sostenendo che nonostante i tentativi dei ribelli, le navi hanno saputo difendersi con successo. Il portavoce del Pentagono, il maggiore generale Pat Ryder, ha rivelato che le forze Houthi hanno attaccato le navi con almeno otto droni, cinque missili balistici e tre missili da crociera, tutti respinti senza subire danni significativi.

Nel contesto di queste tensioni, il conflitto nello Yemen continua a intensificarsi. Recentemente, due raid aerei statunitensi hanno ucciso almeno 10 militanti Houthi nella provincia centrale di Al-Bayda, un ulteriore inasprimento delle ostilità. Fonti locali riferiscono che i ribelli hanno isolato le aree colpite e bloccato l'accesso ai veicoli di emergenza.

Alla luce di questo scenario, la situazione si fa sempre più preoccupante. I combattimenti tra le forze Houthi e la coalizione supportata dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna sono in aumento, con frequenti attacchi aerei sulla capitale Sanaa e altre province.

In un video recente, il Comando centrale degli Stati Uniti ha mostrato i caccia in decollo dalla portaerei Abraham Lincoln, riaffermando l'impegno americano nel supportare le operazioni contro i ribelli sostenuti dall'Iran. Gli analisti avvertono che questa escalation potrebbe portare a nuove crisi nel già fragile contesto geopolitico della regione.

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