Nazionale

Hotel rifiuta clienti israeliani: un nuovo episodio di intolleranza al Cadore?

2024-11-14

Autore: Alessandra

In un recente e controverso episodio, l'Hotel Garni Ongaro di Selva di Cadore, in provincia di Belluno, ha deciso di non accettare prenotazioni da parte di turisti israeliani. Questo rifiuto, motivato da accuse di genocidio nei confronti del popolo israeliano, è il secondo caso simile in pochi mesi, dopo un incidente avvenuto lo scorso luglio. Gli utenti di Booking.com sono stati avvisati dallo stesso gestore dell’hotel, che ha anche promesso cancellazioni gratuite per i clienti israeliani.

La decisione ha suscitato indignazione e preoccupazione, specialmente in un contesto internazionale già segnato da tensioni e conflitti. Un gruppo di turisti israeliani che aveva programmato una vacanza sulle splendide Alpi venete si è visto negare l'accesso alla struttura, facendo eco alle notizie diffuse dal portale della comunità ebraica di Milano, Bet Magazine Mosaico.

Contattato dai media, il proprietario Patrick Ongaro ha scelto di non commentare ulteriormente, mentre sui social media è circolato un presunto messaggio in cui ribadiva il suo rifiuto.

Questo non è il primo caso di discriminazione legata a nazionalità: precedentemente, un proprietario di un appartamento a San Vito di Cadore aveva risposto in modo inaccettabile a una famiglia ebraica su Airbnb, con frasi di chiara intolleranza, ma che poi si giustificò parlando di un errore di traduzione. La vicenda ha portato Airbnb a sospendere l'host dal servizio.

In risposta a questi episodi, Roberto Ciambetti, il presidente del Consiglio regionale del Veneto, ha esortato la necessità di non confondere i popoli con i propri governi, indicando che simili errori di giudizio possono portare a conseguenze devastanti. Ha citato l'importanza della pace, ricordando l'incontro avuto a Venezia con Shimon Peres, un importante leader israeliano fautore del dialogo tra israeliani e palestinesi.

L'insofferenza verso le decisioni individuali di alcuni gestori, secondo Ciambetti, non deve riflettersi sull'ospitalità dell'intero Veneto, storicamente nota per essere accogliente e rispettosa. Resta da vedere come si evolverà questa controversia e quali misure saranno intraprese per promuovere un dialogo più costruttivo e inclusivo. L'episodio mette in luce un problema di intolleranza che merita di essere affrontato ancor più seriamente in un'epoca di crescente polarizzazione.