Salute

Guerra e Salute: L'Impatto del Riarmo sull'Europa Esaminato da un Nuovo Studio

2025-03-24

Autore: Luca

L’analisi attuale della guerra e del riarmo europeo offre uno spaccato preoccupante delle conseguenze per la salute pubblica e il benessere sociale. Mentre l'Unione Europea si trova a un bivio, alcuni esperti avvertono che l'approccio militaristico peggiorerà le già precarie condizioni di vita dei cittadini.

Il dibattito, ripreso da Federico Fubini sul Corriere della Sera, mette in luce una narrazione binaria che riduce le scelte politiche a un sostegno incondizionato all'UE o a un ritorno al protezionismo. Ma questa visione ignora le complessità intrinseche e le potenziali conseguenze devastanti per la popolazione. L’Europa sta investendo enormi risorse, stimabili in 800 miliardi di euro, in un’industria bellica che distrae fondi cruciali da sanità, istruzione e ricerca.

Questo trasferimento di capitali verso il settore militare, giustificato dalla necessità di sicurezza, si traduce in una salute pubblica indebolita, con salari stagnanti e una ricerca scientifica sempre più sacrificata. La militarizzazione non risponde solo a esigenze di difesa ma si intreccia con forti interessi economici, mentre i cittadini europei si vedono privati dei diritti elementari.

La narrazione dominante, infatti, tende a silenziare le voci dissententi, etichettandole come anti-europee o perfino nemiche della democrazia. Le analogie con il trattamento del dissenso durante la pandemia sono innegabili; la vita democratica viene compromessa nel tentativo di ottenere un consenso forzato. In un contesto di crescente precarietà, le politiche della guerra sembrano sovrastare i bisogni tangibili della popolazione.

Per questi motivi, il ruolo intellettuale è cruciale: molti temono l'ostracismo e si adagiano sulla propaganda prevalente, contribuendo a un clima di normalizzazione della retorica militarista, inaccettabile fino a pochi anni fa. Perciò, è vitale che l'Europa non ricorra a un'economia di guerra, ma piuttosto si concentri sul miglioramento delle condizioni di vita dei propri cittadini. Insistere su un dibattito aperto, privo di tabù, è indispensabile per evitare che l'Unione Europea diventi un attore militante invece di un bastione di pace e cooperazione.

Un contributo significativo al discorso attuale proviene dallo studio pubblicato su BMJ Global Health, che presenta il framework delle "Dodici Dimensioni degli Impatti sulla Salute della Guerra". Questo strumento analitico fornisce una comprensione fondamentale delle conseguenze del riarmo, evidenziando dimensioni come mortalità, disabilità e degrado ambientale.

Le conseguenze dell'aumento del riarmo sull'Europa sono complesse; si prevede un incremento delle disparità socioeconomiche e della disgregazione sociale. In questo quadro, è cruciale che iniziative come quelle di accademici e ricercatori indipendenti che denunciano la militarizzazione dell'Unione Europea vengano ascoltate.

Riaffermare l’urgenza di investire in sanità, istruzione e welfare è indispensabile per garantire un'Europa equa. Solo mobilitando la società civile e fomentando un dibattito aperto e critico si potrà contrastare la narrativa dominante e promuovere un'alternativa credibile all’inevitabile deriva militarista in cui i leader stanno conducendo l'UE.

In conclusione, resistere a questa tendenza bellica richiede un cambiamento collettivo. Rifiutare la normalizzazione della guerra come strumento politico ed economico è un passo essenziale per preservare l'idea di un'Europa solidale, fondata sui principi della pace e della cooperazione.