Il Parlamento ha finalmente approvato una storica riforma che segna la fine del test d'ingresso per accedere alla facoltà di Medicina. Questa decisione, attesa da molti studenti e dalle associazioni che da anni chiedevano un cambiamento, introduce un nuovo sistema di selezione che si terrà dopo il primo semestre di studi. Gli studenti dovranno affrontare tre materie comuni, per valutare le loro competenze e preparazione. Tuttavia, il numero chiuso rimane, creando ancora un po' di tensione tra chi desidera intraprendere la carriera medica.

La ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha commentato con entusiasmo questa novità, sottolineando l'importanza di abbandonare la 'gogna' a cui sono stati sottoposti gli studenti durante i test d'ingresso. "Vogliamo un sistema più equo, che permetta a tutti di dimostrare il proprio valore nel corso del primo semestre" ha dichiarato Bernini.

Nonostante l'abolizione del test d'ingresso, sorgono preoccupazioni riguardo alla qualità della selezione post-semestre e alla capacità delle università di gestire un eventuale aumento delle iscrizioni. I rettori delle diverse facoltà sono già al lavoro su strategie per garantire che gli standard di formazione rimangano elevati.

Questa riforma rappresenta un cambio di paradigma nell'accesso agli studi di Medicina, ma molti si chiedono: sarà sufficiente a risolvere i problemi di accesso e formazione? La sfida sarà ora quella di garantire che tutti gli studenti abbiano le stesse opportunità fin dal primo giorno.