
"Giuli mi mostrò il decreto di nomina. Poi ha cambiato idea"
2025-03-12
Autore: Marco
Un colpo di scena inaspettato nel mondo della cultura italiana, che ha lasciato molti a bocca aperta! Il professor Tomaso Montanari, noto rettore dell'Università per Stranieri di Siena, ha rivelato che il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha ritirato la sua nomina a presidente della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia. Montanari, che aveva ricevuto da Giuli promesse di riconferma, si è trovato di fronte a una doccia fredda.
Fino a poche settimane fa, Giuli aveva mostrato entusiasmo per la nomina, tanto da mostrarne il decreto a Montanari. "Avevo visto il rinnovo con i miei occhi e avevo anche ricevuto messaggi di supporto da parte del ministro", ha dichiarato Montanari, che non nasconde la sua amarezza. La situazione ha preso una piega inaspettata, e ora il futuro della fondazione è incerto.
Secondo le indiscrezioni, il ministero sembra aver sollevato dubbi sulla posizione di Montanari a causa di un'indagine a suo carico, legata a una querela presentata dal ministro Francesco Lollobrigida. Tuttavia, Montanari è chiaro: si tratta di una querela irrilevante e non di una condanna. "È solo un pretesto", sostiene.
Ma quali possono essere le vere motivazioni dietro a questa scelta? Montanari parla di "carenza di motivazione" e di un potere eccessivo da parte del ministro, sottolineando come questa situazione rappresenti non solo una mancata riconferma, ma un attacco politico al patrimonio culturale. "La libertà del ministro di nominare chi desidera non può diventare un arbitrio. Se avessero nominato un critico d'arte, sarebbe stato diverso, ma così non può funzionare", ha dichiarato.
E mentre la Fondazione ha lavorato assiduamente negli ultimi anni, il risultato di questo cambio di direzione potrebbe avere ripercussioni devastanti sulla riapertura del Museo Ginori. Montanari teme che questa scelta possa segnare la fine dei suoi progetti e, più in generale, un colpo letale per il patrimonio culturale toscano. "È un regolamento di conti politico. La cultura non dovrebbe essere usata come ostaggio per questioni di potere", ha aggiunto.
Le domande rimangono: cosa accadrà ora alla Fondazione e al Museo Ginori? La Regione e il Comune di Sesto si mobiliteranno per contestare questa decisione? La situazione è in evoluzione e i cittadini increduli osservano, sperando che la cultura non diventi un terreno di scontro politico. Restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti su questa vicenda che scuote l'Italia!