Salute

Giovani medici scappano dal sistema sanitario pubblico: la crisi è spaventosa!

2025-01-09

Autore: Matteo

Il sistema sanitario italiano è in una crisi allarmante, con perdite che superano i 28 miliardi di euro negli ultimi undici anni. Una parte significativa di questa somma, oltre la metà, è svanita tra il 2020 e il 2024. Nel solo 2023, le spese per i "gettonisti" – ossia medici e sanitari pagati a prestazione – sono raddoppiate, aggravando ulteriormente una situazione già critica.

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, denuncia che questa crisi è il risultato di errori di programmazione, di un costante disinvestimento e di fattori che hanno contribuito alla demotivazione dei professionisti. Senza un piano adeguato per rilanciare le risorse umane, i servizi offerti dal sistema sanitario, sia negli ospedali che sul territorio, non potranno mai soddisfare le esigenze della popolazione, compromettendo il diritto alla salute di tutti.

La drammatica riduzione della spesa per il personale

Cartabellotta evidenzia che nel periodo 2012-2023, il capitolo di bilancio dedicato alle spese per il personale sanitario è stato il più sacrificato. La spesa per il personale è scesa da 36,4 miliardi nel 2012 a 34,7 miliardi nel 2017, per poi risalire a 40,8 miliardi nel 2022, prima di abbassarsi nuovamente a 40,1 miliardi nel 2023. Percentualmente, il costo del personale è sceso dal 33,5% al 30,6% della spesa sanitaria totale. Se il bilancio fosse stato mantenuto ai livelli del 2012, il sistema non avrebbe perso oltre 28 miliardi, di cui 15,5 miliardi solo dal 2020 al 2023.

In termini di numeri, la Ragioneria generale dello Stato ha registrato nel 2022 oltre 681.855 unità di personale sanitario, con una media di 11,6 unità ogni 1.000 abitanti, ma ci sono enormi disparità regionali: nel Lazio e in Campania si scende a una media di 8,5 unità, mentre in Valle d'Aosta si arriva fino a 17,4.

Una spesa sanitaria che varia da regione a regione

Nel 2023, la spesa sanitaria per il personale è stata di 672 euro pro capite, una cifra molto distante dai 1.405 euro della provincia autonoma di Bolzano e dai miseri 559 euro in Campania. Il divario è evidente e preoccupante.

Nel suo report, il Ministero della Salute ha evidenziato carenze negli organici: nel 2022, il totale degli operatori sanitari era di 727.169, con il 86% di essi dipendenti dal Sistema Sanitario Nazionale. Tuttavia, nonostante l'Italia abbia una media di 2,11 medici per 1.000 abitanti, le specializzazioni più richieste, come medicina d’emergenza e medicina nucleare, sono poco attrattive per i nuovi professionisti.

La fuga dei giovani medici: un segnale preoccupante

Il problema principale della crisi, secondo Cartabellotta, è la mancanza di personale dovuta a tagli e a un finanziamento inadeguato. Molti giovani medici scelgono di abbandonare il settore pubblico per cercare opportunità più vantaggiose nel privato o all'estero. Questo fenomeno ha incrementato la carenza di personale e ha messo a dura prova la capacità dei professionisti rimasti, i quali si ritrovano a lavorare in condizioni stressanti e spesso insostenibili.

Cartabellotta conclude, avvertendo che la crisi del personale sanitario non è solo una questione di bilanci, ma una vera e propria emergenza per la sostenibilità del sistema, richiedendo interventi urgenti per attrarre e mantenere i talenti nel settore pubblico. Senza un riordino serio delle politiche per il personale, il Sistema Sanitario Nazionale rischia di collassare, lasciando a molti cittadini l’accesso a cure adeguate come un miraggio.