Salute

Gimbe: Nella Manovra Mancano 19 Miliardi per le Misure già Varate

2024-11-04

Autore: Alessandra

Soldi insufficienti e una preoccupante mancanza di interventi chiave per garantire il funzionamento del servizio sanitario nazionale. Durante un'audizione presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato, Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha criticato aspramente la manovra finanziaria attuale, avvertendo che senza "risorse adeguate e riforme coraggiose, il nostro sistema sanitario universale è destinato a scomparire". La Fondazione stima che manchino all'appello ben 19 miliardi di euro entro il 2030, una cifra che rende ancora più allarmante la situazione attuale.

Cartabellotta ha sottolineato che l'incremento previsto di 2,5 miliardi di euro per il 2025 porterebbe il Fondo sanitario nazionale a 136,5 miliardi di euro, rappresentando solo un incremento dell'1% rispetto agli stanziamenti del 2024. Ancor più grave è il calo proporzionale della spesa sanitaria rispetto al Prodotto Interno Lordo (PIL), che scenderebbe dal 6,12% nel 2024 al 6,05% nel 2025 e 2026, fino a toccare il 5,7% nel 2029. "In realtà, l’aumento apparente del fondo è solo un’illusione", ha affermato.

Analizzando i numeri, Cartabellotta ha evidenziato che le misure previste dalla manovra per il periodo 2025-2030 avrebbero un costo complessivo di oltre 29 miliardi di euro, a fronte di risorse appena superiori ai 10,2 miliardi di euro stanziati. Questa discrepanza potrebbe costringere anche le Regioni più virtuose a "ridurre i servizi pubblici o ad aumentare le imposte regionali".

In aggiunta, la Fondazione Gimbe ha evidenziato l'assenza di misure fondamentali dal testo legislativo, come la necessità di un piano straordinario per l'assunzione di medici e infermieri e la rimozione del tetto di spesa per il personale. Cartabellotta ha anche richiesto risorse per affrontare problemi cronici come il payback sui dispositivi medici e la gestione dei costi nella farmaceutica.

Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed, il sindacato di categoria più rappresentativo, ha commentato che con soli 50 milioni stanziati per la dirigenza medica e 5 milioni per quella sanitaria nel 2025, "non si farà altro che alimentare l’esodo di medici e infermieri". Ha osservato che, in un contesto sociale gravemente problematico, il 7,6% degli italiani rinuncia alle cure per motivi economici, e l’1,6% si indebita nel tentativo di ottenere assistenza medica.

"Questa legge di bilancio non valorizza i professionisti del settore, portando a aumenti irrisori sia per la dirigenza medica che per quella sanitaria", ha proseguito Di Silverio. "Inoltre, manca qualsiasi iniziativa per la formazione del personale medico-specialistico e non vediamo prospettive valide in termini di contratti di formazione o indennità di specificità medica. L'assenza di misure per la sicurezza nei luoghi di cura è un ulteriore segnale di trascuratezza. Il 20 novembre si svolgerà uno sciopero nazionale in opposizione a queste misure", ha concluso il segretario.

Le carenze strutturali e finanziarie nel settore sanitario continuano a destare preoccupazioni tra esperti e professionisti, rivelando un sistema in crisi che rischia di compromettere l’accesso alle cure per milioni di cittadini.