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Gaza sotto le bombe: le operazioni terrestri israeliane riprendono con intensità

2025-03-19

Autore: Giulia

Dopo un periodo di attesa e di colpi aerei, le operazioni di terra israeliane nella Striscia di Gaza sono ripartite, sembrando rafforzare l'idea che la tregua sia ormai un ricordo lontano. Il capo di stato maggiore dell'esercito israeliano ha dato il via a un piano d'azione congiunto al ministro della Difesa, e l'IDF (Forze di Difesa Israeliane) ha iniziato a implementarlo.

Nelle ultime 24 ore, le forze israeliane hanno fatto nuovamente apparire i tank all'interno della Striscia, mirando a "espandere l'area di sicurezza" e a creare un cuscinetto tra la parte settentrionale e quella meridionale. I carri armati hanno già preso il controllo di vaste aree del corridoio Netzarim, strategico per il collegamento tra nord e sud di Gaza.

I generali hanno anche ordinato alla brigata Golani di disporsi nel settore meridionale, preparandosi per ulteriori operazioni. Hamas ha protestato, accusando Israele di una "grave violazione" del cessate il fuoco. In realtà, l'accordo di tregua era già stato compromesso nelle prime ore del mattino di lunedì.

La situazione per i civili a Gaza rimane drammatica, con molti che ricevono avvisi dall'IDF per evacuare le aree di combattimento. Il ministro della Difesa israelo, Israel Katz, ha avvertito in un video che l'evacuazione delle popolazioni dalle zone di battaglia riprenderà presto e che in assenza di un rilascio degli ostaggi israeliani, Israele agirà con una forza mai vista prima. La sua dichiarazione è stata accompagnata da una proposta controversa, in cui invitava i residenti a seguire il consiglio di Donald Trump su un'eventuale partenza da Gaza.

Secondo Hamas, le vittime a Gaza nelle ultime 48 ore ammontano a 436, nonostante tali numeri non possano essere verificati in modo indipendente. Gli incendi di vari attacchi e le conseguenti morti di civili sono stati denunciati, ma l'IDF ha smentito ogni responsabilità per il decesso di un operatore dell'ONU, sostenendo che la causa fosse un'esplosione provocata da mine già esistenti nella zona.

La ripresa delle ostilità è stata dichiarata da Israele dopo un'impasse nei colloqui con Hamas per la liberazione di 59 ostaggi, di cui molti temono per la loro vita. Sembra che Hamas non sia disposto a chiudere la porta ai negoziati nonostante le tensioni e sostenendo che non ci siano precondizioni dai palestinesi per continuare il dialogo.

In parallelo, ci sono state esplosioni di proteste in Israele contro il governo per la decisione di riprendere le operazioni militari, con manifestazioni che coinvolgono decine di migliaia di persone, in particolare sul licenziamento del direttore della sicurezza Ronen Bar.

In un attacco particolarmente tragico, quattordici membri della famiglia Mubarak sono stati uccisi a Beit Lahia durante un raid israeliano mentre erano riuniti per una veglia funebre. La tragica cifra dimostra l'impatto devastante del conflitto sulle famiglie civili di Gaza.

La situazione continua a rimanere tesa, con preoccupazioni crescenti per un'ulteriore escalation del conflitto che potrebbe coinvolgere anche la Cisgiordania. Mentre il governo di Netanyahu cerca di mantenere il controllo, le crescenti richieste di pace e stabilità dalla popolazione rimangono inascoltate.