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Garlasco: Il Dna di Andrea Sempio sulle unghie di Chiara Poggi non è da contatto. Altri misteri emergono

2025-03-16

Autore: Giovanni

I magistrati di Pavia continuano a fare chiarezza sul caso di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco nel 2007. Secondo le indagini, il Dna di Andrea Sempio, sospettato del delitto, trovato sulle unghie della vittima, non sarebbe riconducibile a un contatto diretto, bensì sarebbe stato trasferito mediante un oggetto, come ad esempio il pc usato da Sempio e dal fratello di Chiara. Inaspettatamente, è emerso anche un profilo 'ignoto' presente tra le tracce rinvenute. Sorprendentemente, non è stato trovato Dna dell'altro sospettato, Alberto Stasi, condannato in passato per l'omicidio.

Francesco De Stefano, esperto chiamato a contribuire all'appello bis, ha riscontrato che il trasferimento di Dna è un fenomeno conosciuto, avendo già lavorato su casi simili. Durante le indagini, i carabinieri di Milano stanno cercando di rintracciare oggetti chiave, come tastiere e mouse. Questa ricerca è pari a una vera e propria "caccia al tesoro", volta a riesaminare antichi reperti.

In arrivo audizioni preziose: genitori, amici e testimoni saranno sentiti nuovamente. Chiara Poggi è diventata un caso emblematico, ed il suo fratello sta cercando di supportare Sempio, il quale è sempre più angosciato per la sofferenza della famiglia della vittima. Stasi, attualmente in carcere, spera che l'apertura di un nuovo procedimento possa ribaltare la sua condanna.

Rimanendo sotto la lente d'ingrandimento della giustizia, la Procura, guidata da Fabio Napoleone, ha a disposizione nuovi elementi e sta esaminando attentamente l'alibi di Sempio, incluso un scontrino di parcheggio che potrebbe giocare un ruolo chiave nella sua difesa. Le tre chiamate effettuate dal cellulare di Sempio i giorni precedenti alla morte di Chiara sono sotto scrutinio, così come l'assenza d'uso del computer per diversi giorni. I magistrati teorizzano che il Dna sulle unghie di Chiara potrebbe appartenere all'aggressore.

Le perizie continuano ad accumularsi, con recenti rapporti tecnici che indicano la presenza di impronte su un dispenser del sapone trovato in bagno. Se queste impronte dovessero rivelarsi significative, potrebbero riaprire completamente la questione delle responsabilità. La saga di Garlasco sembra destinata a rimanere un capitolo oscuro del nostro sistema giudiziario, dove nuovi sviluppi potrebbero influenzare notevolmente le vite di tutti i coinvolti. La battaglia legale continua: chi è veramente il colpevole?