Scienza

Franz Bergonzi: «Gli attacchi di panico come opportunità di crescita personale»

2025-03-24

Autore: Giovanni

Gli attacchi di panico restano un argomento spesso ignorato, taciuto finché non vengono alla luce grazie a persone pubbliche, come Carlo Verdone e Fedez. Questo silenzio è dovuto alla paura del pregiudizio: "ammettere di soffrire di attacchi di panico significa esporsi al giudizio di una società che stigmatizza la fragilità e la vulnerabilità", spiega l'architetto Franz Bergonzi. Nel suo libro "E dacci oggi il nostro panico quotidiano" (Tea edizioni), Bergonzi racconta la sua esperienza e sostiene che la società tende a escludere chi non si conforma ai suoi rigidi standard.

Molti, non avendo mai vissuto un attacco di panico, non comprendono la devastante intensità di questa esperienza. La sensazione di morte imminente e gli altri sintomi vengono spesso fraintesi come esagerazioni o tentativi di attirare attenzione, il che alimenta vergogna e isolamento. A differenza della depressione e dell'ansia, più tollerate, gli attacchi di panico sono visti come nemici inavvicinabili, capaci di distruggere l’anima.

Un grido d’aiuto

Tuttavia, gli attacchi di panico possono essere interpretati anche come un grido disperato del nostro io interiore, che cerca di farsi ascoltare. Questi attacchi sono il culmine di un messaggio a lungo ignorato, un segnale che ci invita a fare i conti con noi stessi. "L'attacco di panico è un'opportunità per ascoltare la nostra voce interiore e vivere in modo autentico", afferma Bergonzi. Dopo anni di silenzio, il nostro io interiore si fa sentire con urgenza, costringendoci a prestare attenzione alla nostra vita.

Un viaggio personale attraverso la sofferenza

L'esperienza personale di Bergonzi con gli attacchi di panico inizia alla fine dell'università, un periodo segnato da paura e confusione. In una società che negli anni 2000 non parlava della questione, per Bergonzi è stata difficile trovare comprensione. "Iniziai a vivere una fase buia, piena di tentativi e di errori", ricorda. Dopo una diagnosi tardiva, ha intrapreso un percorso di psicoterapia e, successivamente, ha iniziato anche una terapia farmacologica.

Rinascita e riscoperta di sé

"La terapia farmacologica ha dato una nuova prospettiva alla mia vita. Non era la soluzione definitiva, ma un prezioso supporto per affrontare le crisi". Bergonzi descrive come la combinazione di psicoterapia e antidepressivi gli abbia permesso di riconquistare il controllo e di affrontare il suo passato. Grazie a questo percorso, è riuscito a trasformare le esperienze traumatiche in opportunità di crescita.

Un messaggio di speranza e sostegno

Nel suo libro, Bergonzi condivide non solo la propria storia, ma fornisce anche una guida per chi vive situazioni simili. Dalla scelta del terapeuta a tecniche per affrontare i momenti più difficili, il messaggio è chiaro: "Sembra di morire, ma non si muore. Gli attacchi di panico possono essere una preziosa occasione per migliorare e per evolversi". Chiunque voglia confrontarsi sul tema o desideri maggiori informazioni, può contattare l’autore all’indirizzo fornito nel libro. La battaglia contro il panico non è da combattere da soli; ci sono strumenti e persone pronte a supportarci nel nostro percorso verso la rinascita.